Astrologia

Ci vuole coraggio per affidarsi alle stelle

L’editoriale di Carlo Silini
©Shutterstock
Carlo Silini
30.12.2021 06:00

Con quale faccia, tra qui e la fine dell’anno, i moderni profeti astrali proveranno a propinarci le loro previsioni cosmiche per il 2022? Dopo quanto è successo con la pandemia, ci vuole un coraggio leonino, una sontuosa sfacciataggine, oppure – ammettiamolo – un certo grado di inconsistenza mentale, per strombazzare vaticini di qualsiasi natura sui destini degli umani a seconda del loro segno zodiacale, o sul futuro del mondo a seconda di come girano i pianeti. Un minimo sindacale di decenza si sarebbe imposto anche negli anni precedenti scanditi, a ridosso del 31 dicembre, da puntuali bilanci delle previsioni sbagliate da parte di gruppi come il CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) e i suoi equivalenti nel mondo. L’anno scorso, ad esempio, il CICAP notava ironicamente che «c’è un 2020 migliore dell’originale: quello previsto dagli astrologi sul finire del 2019» perché a parte rare eccezioni, tra l’altro molto vaghe, nessun astrologo aveva predetto l’esplosione planetaria del virus. E sarebbe interessante, oggi, verificare quanti morti per COVID figurassero tra i detentori di «segni fortunati dell’anno». Senza contare le previsioni del tutto errate. Qualcuno, ad esempio, dovrebbe farsi spiegare dall’astrologa russa Tatiana Borsch come mai Trump abbia perso le elezioni del 2020 nonostante il fatto che, secondo lei, il suo oroscopo fosse più forte di quello del suo avversario Biden. Che dire, invece, del 2021? A fine 2020, l’astrologo Simon & The Stars l’aveva definito «meno complicato rispetto al precedente» e giurava che più che col coronavirus, avremmo avuto a che fare con il suo «fantasma», ovvero coi problemi dovuti alla ricostruzione e alla ripresa economica e sociale. Come lui si erano pronunciati parecchi suoi colleghi, illuminati (osiamo sospettare) più dall’irruzione sulla scena internazionale dei vaccini che dalla bontà dei transiti stellari. Il fatto è che c’è ancora tempo prima dei fantasmi, purtroppo. Le stelle, aggiungeva Simon & The Stars, dicevano inoltre che dal 21 dicembre 2020 eravamo entrati in una nuova Era, l’Era dell’Acquario. Questa storia degli acquariani e della nuova stagione mondiale di pace e prosperità ogni tanto rispunta inaspettata e ci piace tanto ascoltarla perché non dice quello che succederà, ma quello che ci piacerebbe accadesse.

Però è storia vecchia e uno come Simon & The Stars doveva saperlo che con la favola della New Age ci avevano intontito per tutti gli anni Novanta, ma il Paradiso in Terra dobbiamo ancora vederlo. Era crollato il Muro di Berlino e si respirava un’aria di liberazione, fratellanza e serenità dopo decenni di Guerra Fredda. Poi è arrivata la guerra nei Balcani, violentissima, nel cuore pacifico della casa europea, e poco dopo il terrorismo internazionale. Alla faccia delle prospettive zen dei guru di allora. Ora, sia chiaro che se le cose vanno male non è colpa degli astrologi. Ed è bello che continuiamo a sfogliare gli oroscopi nella speranza di trovarvi qualche luce che ci spinga ad andare avanti. È bello perfino osservare la tenacia con la quale i veggenti continuano a fornirci prove inconfutabili dell’inconsistenza delle loro previsioni. Vuol dire che l’uomo anche quando sbaglia è tenace: nelle utopie, nelle illusioni e nella capacità di crearne sempre di nuove. Non si può vivere senza sognare. La verità più prosaica, però, è che le speranze, quest’anno e nei prossimi, almeno sul fronte della pandemia verranno non dalle fantastiche elucubrazioni della pseudoscienza, ma dal cammino umile e prodigioso della scienza.