Il commento

Città Ticino: il freno di troppe divisioni

Ogni scadenza elettorale ci porta a stilare un bilancio di quanto fatto nella legislatura precedente e a rinnovare visioni e auspici per il futuro
Alain Scherrer
09.03.2023 06:00

Ogni scadenza elettorale ci porta a stilare un bilancio di quanto fatto nella legislatura precedente e a rinnovare visioni e auspici per il futuro. Prima ancora di pensare al contesto cantonale, Locarno deve però fare i conti con quello regionale, ancora frammentatissimo e alla fonte di una concreta mancanza di peso politico della regione nel contesto ticinese. Certo, le collaborazioni instaurate tra la Città e le realtà circostanti sono buone, spesso con grandi vantaggi per i Comuni vicini. Una sorta di arma a doppio taglio, che più che fare da volano alle fusioni rischia di disincentivarle. Ma il tema aggregativo va ripreso con vigore, perché la frammentazione rende difficile, se non impossibile sul lungo termine, affrontare l’evoluzione della società, dove si riscontrano sempre più persone in difficoltà. Il nostro dovere – e qui chiamo in causa anche il Cantone – è quello di mirare a un obiettivo comune, per il futuro dei nostri giovani. L’importante è iniziare, magari anche a macchia di leopardo.

Essendo un ottimista, in mezzo alle difficoltà vedo sempre più di un barlume di speranza. E in questo contesto la Città Ticino, con tutti i nuovi scenari di cui è foriera, sta contribuendo, e continuerà a farlo, allo sviluppo di Locarno, inteso non solo come Comune, ma come regione. Sì, perché la frammentazione è un’incontestabile verità locale, mentre l’occhio esterno, l’ospite, il visitatore considerano Locarno e il Locarnese un tutt’uno. Una sola regione, insomma, collegata oggi con il resto del Cantone e della Svizzera in maniera assai efficiente.

Di fronte a questo quadro, complicato ma in continuo movimento, la Città non può dunque restare con le mani in mano. E il rapporto della Commissione municipale economia, recentemente consegnato all’Esecutivo, individua i vari settori su cui puntare per lo sviluppo della Città, sempre nella direzione di una Locarno dove sia bello vivere e lavorare. Si parte così dal territorio, il nostro fiore all’occhiello: un paesaggio valorizzato e spazi pubblici di qualità attirano abitanti, turisti e investitori, facendo crescere i posti di lavoro. Qui entra quindi in gioco una politica demografica attiva da perseguire, non solo tramite la cura e la pianificazione del territorio, ma anche mediante un’offerta migliore di servizi e attività per il tempo libero. Come terzo asse di sviluppo, inoltre, vi sono azioni che mirino alla salvaguardia, nonché alla creazione, di attività e posti di lavoro. Il tutto irrobustendo le basi affinché il settore del commercio e le grandi aziende possano introdurre nuovi prodotti e nuove offerte. Senza dimenticare il terziario in generale, il turismo e la cultura da intendersi non solo come motore di progresso intellettuale, ma anche dal punto di vista economico e dell’attrattiva turistica. E qui penso al PalaCinema, sul quale la Città ha recentemente deciso di investire ulteriormente, aprendo il concorso per la nomina del nuovo direttore a tempo pieno, in modo che possa far ulteriormente crescere il polo d’eccellenza nel campo dell’audiovisivo.

Il tutto passa da grandi, ma anche da più ridotti interventi. Dunque, non solo il Museo di storia naturale, la sistemazione degli spazi urbani dal Debarcadero fino a piazza Castello, passando per il salotto cittadino, o ancora la valorizzazione del Castello Visconteo e l’ecoquartiere nella zona ex macello/ex gas. Ma anche una rivalutazione della riva lago, l’introduzione delle Zone 30 (e qui la Città di Locarno è in pole position a livello cantonale), strutture per la conciliabilità famiglia/lavoro, rendere più attrattivo il mercato cittadino e molto altro ancora.

L’augurio è che dalle urne il prossimo mese di aprile escano un Consiglio di Stato e un Parlamento sempre più collaborativi, che non si blocchino, come troppo spesso accade, di fronte agli steccati partitici. Auspico che i politici imparino a lavorare all’unisono per instaurare un migliore dialogo tra Cantone e Comuni, per snellire le procedure, per cercare di trovare ulteriori metodi di collaborazione a favore del Ticino e dei ticinesi.