Commento

Consiglio comunale di Lugano, ci sei?

Da chi siede davanti a sindaco e colleghi è lecito aspettarsi spirito critico, coraggio e propositività, ma l'impressione è che di questo, ultimamente, ci sia troppo poco
©CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
20.03.2023 06:00

Se nella doppia e densa seduta del Consiglio comunale di Lugano, tra oggi e domani, filerà tutto liscio, la Città avrà fatto dei passi avanti su diversi fronti, anche di una certa importanza. Potrà realizzare una casa della musica a Besso, accogliere in via Peri l’innovativo centro di competenza del lifestyle, costruire le nuove scuole di Viganello. Bene così? Non del tutto. Intendiamoci, ognuna delle proposte citate merita un sì da parte del Legislativo. Il punto è in che modo arrivano, questi e altri sì. Come maturano. Non facciamo il tifo affinché i consiglieri comunali entrino sistematicamente a gamba tesa sul Municipio «perché bisogna fare opposizione», come pensa qualcuno. Sarebbe stupido e si otterrebbe poco. Da chi siede di fronte a sindaco e colleghi per una decina di serate all’anno, tuttavia, è lecito aspettarsi un certo approccio: spirito critico, coraggio, propositività, capacità di guardare oltre gli steccati dei partiti, volontà di rendere migliori le idee che vengono esaminate. L’impressione è che di tutto questo, ultimamente, ci sia troppo poco, e che il Consiglio comunale di Lugano, con le dovute eccezioni, sia spesso superficiale, umorale e appiattito sulle posizioni del Municipio. Facciamo un paio di esempi. La discussione sul progetto di promozione delle criptovalute, lo scorso febbraio, era stata una successione d’interventi preimpostati, più che un vero dibattito da cui la politica cittadina, nel suo complesso, poteva uscire arricchita. Il confronto era talmente piatto che Michele Foletti si era lanciato in una considerazione quasi sbeffeggiante, ma condivisibile: «In una discussione generale dovrebbe esserci il Consiglio comunale che se la suona e se la canta...». Il sindaco era stato coinvolto anche in un altro episodio significativo, sempre a febbraio, quando si era parlato del piazzale ex Scuole. Il dibattito stava fluendo senza sussulti, quando ad un certo punto, intervenendo come da prassi per ultimo, prima della votazione, Foletti aveva chiarito che l’area «non accoglierà mai un mercato coperto», come invece aveva deciso il Consiglio comunale tempo addietro approvando una mozione. Apriti cielo: per una buona decina di minuti erano piovuti interventi critici sul perché non si volesse rispettare la volontà del Legislativo. Il dubbio sorge spontaneo: se il sindaco non avesse detto nulla (non serviva) qualcuno avrebbe approfondito la questione? Tornando ai giorni nostri, il Municipio qualche settimana fa ha chiesto alla Commissione della gestione di essere veloce nell’esaminare alcuni messaggi, tra cui quello sul contributo al centro di competenza per il lifestyle: uno dei temi forti della seduta «all you can eat», come l’abbiamo definita. Ne è scaturito un rapporto abbastanza scarno, considerando la complessità del tema e i potenziali sviluppi per Lugano, ma i commissari si sono ripromessi di porre tutte le domande del caso durante la seduta del plenum. Sarà l’unica, piccola finestra per fugare ogni dubbio. Oppure, ammesso che ce ne sia il tempo, per avanzare delle proposte (rendere migliori le idee…). Facciamo un esempio grezzo, solo per capirci sul principio: la convenzione con il centro non potrebbe includere l’impegno delle aziende che ci lavoreranno a creare dei percorsi di apprendistato a favore degli studenti locali? È solo una suggestione, come detto. Il Consiglio comunale di Lugano può fare di meglio.