Da vent'anni, questa è UBS

IL COMMENTO DI AXEL WEBER, PRESIDENTE DEL CDA DI UBS, E SERGIO ERMOTTI, CEO DEL GRUPPO
Sergio Ermotti
Axel WebereSergio Ermotti
08.12.2017 06:00

di AXEL WEBER E SERGIO ERMOTTI - Chi riveste un ruolo di responsabilità all'interno di un'organizzazione diventa anche il custode del suo passato. Allo stesso tempo deve mantenere lo sguardo rivolto in avanti, al futuro. Questo vale anche per UBS. Noi vogliamo e dobbiamo tenere vivo lo spirito dei fondatori, di coloro che ci hanno preceduto oltre 150 anni fa, conciliandolo con le opportunità che un mondo sempre più globalizzato e digitalizzato ci offre. Ripercorrendo la storia di UBS che precede l'inizio del nostro mandato, due date in particolare spiccano su altre. La prima è l'8 dicembre 1997. Esattamente 20 anni fa venne annunciata la fusione tra l'Unione di Banche Svizzere e la Società di Banca Svizzera con la costituzione di UBS. Nell'idea dei suoi fondatori, mossi dal desiderio di reagire alla crescente globalizzazione e alla concorrenza in Svizzera e a livello internazionale, UBS dovrà essere «una holding di servizi finanziari leader mondiale». Dalla fusione nasce il nuovo gruppo, «il maggiore gestore patrimoniale al mondo» che grazie al suo «primo posto nelle operazioni con privati e clienti aziendali in Svizzera» dispone «di condizioni ottimali per espandersi a livello internazionale».

Nonostante i dubbi inizialmente sollevati da molti, si osserva ben presto che l'idea di base è valida: la nuova banca si sviluppa rapidamente, cresce nei mercati americani, europei e asiatici e in poco tempo registra utili notevoli. A trarne vantaggio sono anche lo Stato e i cittadini: la banca diventa uno dei principali datori di lavoro in Svizzera nonché un importante acquirente di prodotti e servizi di partner locali. Nei 20 anni dalla sua costituzione, UBS versa a Confederazione, cantoni e comuni un totale di 13 miliardi di franchi solo in imposte sull'utile – di cui circa 3,5 miliardi di franchi dopo la crisi finanziaria. Passiamo alla seconda data. Il 16 ottobre 2008 il Consiglio federale e la Banca nazionale svizzera annunciano la necessità di adottare un pacchetto di misure per salvare UBS. La banca, già sotto pressione per la contesa fiscale con gli Stati Uniti, naviga in acque difficili a causa dei titoli immobiliari statunitensi detenuti. Non è certamente l'unica a trovarsi sull'orlo del collasso: all'inizio del millennio prevale una cultura della crescita, il governo USA vuole benessere (e case) per tutti, mentre molti attori del mercato tendono a non vedere o ignorare i rischi.

La crisi di UBS ha ripercussioni anche sulla Svizzera. Nel rapporto sulla trasparenza per gli azionisti pubblicato nel 2010, UBS constata che «Quando un grande gruppo di portata globale abbandona la retta via danneggia, oltre alla propria reputazione, anche quella del proprio paese». Così è stato anche nel caso di UBS. Solo grazie a un imponente dispendio di forze da parte di autorità governative, istituti bancari centrali e autorità di regolamentazione di tutto il mondo si riesce a evitare un collasso dei mercati finanziari. Intervengono anche le autorità svizzere, con determinazione e lungimiranza: il sostegno a UBS infatti non è privo di rischi. Siccome, però, la banca fondamentalmente non poggia su «spazzatura», ma detiene soprattutto un patrimonio illiquido, lo Stato e la Banca nazionale svizzera nel tempo riescono a tirarsi fuori da tale operazione riportando un risultato positivo.

Ancora oggi, UBS è profondamente grata ai responsabili di allora per questo intervento coraggioso e determinato. Il loro aiuto ha fatto sì che il potenziale costruito in oltre 150 anni dall'istituto finanziario e le conoscenze dei collaboratori e delle collaboratrici non siano andati perduti, bensì resi disponibili per il futuro. UBS continua ad essere uno dei maggiori datori di lavoro, partner commerciali e contribuenti in Svizzera.
Il fatto fondamentale dopo la crisi è come devono essere messe in questione le proprie azioni per non ricadere nei vecchi errori. Dopo il salvataggio del 2008, uno dei punti piu' bassi della sua storia, UBS è impegnata a lottare per la propria sopravvivenza, e non ha tempo per affrontare queste domande fondamentali. Dopo una prima stabilizzazione negli anni immediatamente successivi, accusa però un secondo colpo che impone un ripensamento radicale.

La banca risponde di conseguenza, con una strategia improntata a una crescita sostenibile e conforme ai nuovi quadri normativi. L'obiettivo è ottenere una crescita organica nei settori caratteristici di punta della banca.
Al centro di questa nuova strategia si pongono la banca universale svizzera e la gestione patrimoniale, con una leadership globale che è il DNA originale della banca. In aree di business selezionate, l'Investment Bank e l'Asset Management sono competitive ed efficienti a livello globale e riescono a creare valore aggiunto per i nostri clienti. Inoltre, per tutte le attività della banca, non ci si limita più a concentrarsi sugli obiettivi da raggiungere ma anche sul modo in cui raggiungerli Da sei anni, UBS sta seguendo scrupolosamente e minuziosamente questa strategia. Lo scopo è quello di portare la banca a seguire un percorso più calmo e sostenibile. Ci stiamo riuscendo e siamo così tornati ancora più vicini alle nostre origini.

Oggi operiamo di nuovo con lo stile che ha contraddistinto le banche svizzere da 150 anni: un'attività bancaria orientata al lungo termine ma innovativa, concentrata sui clienti che oggi non risiedono più unicamente in Svizzera ma sparsi in tutto il mondo. Non potrebbe essere altrimenti, poiché la crescita futura di UBS sarà garantita principalmente dalla sua posizione di forza in Asia, Cina compresa, e dagli Stati Uniti. La digitalizzazione e il tema della sostenibilità, unitamente a una concentrazione costante sulla qualità, influenzeranno in misura decisiva l'evoluzione del business. Anche per questo la banca sta investendo molto su questo aspetto. UBS sostiene progetti innovativi per il settore finanziario nel nuovo mondo digitale, in Svizzera e altrove. La scelta a favore del digitale è dettata da tre motivi. La banca vuole che l'esperienza del cliente diventi più semplice, gratificante e sicura, punta a offrire una gamma più vasta di prodotti più interessanti e si propone di diventare più efficiente ed efficace nello svolgimento delle attività.

Oggi – come 150 anni fa – agire in modo responsabile significa anche agire in modo sostenibile. A puntare a questo obiettivo non siamo soltanto noi in qualità di responsabili, sono anche i nostri clienti e azionisti che lo esigono. UBS è, ad esempio, tra i leader di mercato negli investimenti sostenibili e sta espandendo in maniera importante questo settore. In tale ambito, non siamo gli unici a ritenere che la banca abbia intrapreso la strada giusta: per la terza volta consecutiva UBS è stata premiata nel Dow Jones Sustainability Index in quanto leader nel settore finanziario per la sostenibilità. Nonostante tutte le sfide, il futuro di UBS sarà ricco di spunti ed emozionante. La banca è ben posizionata per avere successo anche in futuro. Al centro di tutto si colloca comunque la volontà di offrire il meglio a clienti, collaboratori e azionisti, in maniera duratura e sicura. Questa è UBS.

In questo articolo: