Il commento

Da Zeman al terzo posto: l’addio dello «yuppie» Giovanni Manna

Il direttore sportivo lascerà il Lugano per accasarsi alla Juventus – Ripercorriamo i suoi anni a Cornaredo
Giovanni Manna è pronto per il grande salto alla Juventus. (Foto Putzu)
Marcello Pelizzari
07.06.2019 06:00

Arrivò in punta di piedi nell’estate del 2015, cavalcando l’onda generatasi dopo la promozione in Super League. «Giovanni Manna è il nuovo team manager del Football Club Lugano» recitava la nota della società bianconera. Un ex Chiasso alla corte di Zdenek Zeman. Mentre ai giocatori riservava sedute massacranti fra gradoni e ripetute, a quel ragazzo dal sorriso contagioso il boemo regalava soltanto cioccolatini. Coccole, sì. Addirittura, quando salutò Cornaredo il Maestro disse all’allievo: vieni via con me.

Già, Zeman fu il primo a vedere del potenziale in quel dirigente-bambino. In particolare nella conoscenza del calcio e dei calciatori. Studiava già da direttore sportivo, «Gio». Classe 1988, oggi Manna sta per lasciare a sua volta il Ticino e soprattutto il Lugano. Ad attenderlo nientepopodimeno che la Juventus. Quella vera, pluriscudettata e dominante. Quella di Agnelli, Paratici e di campioni assoluti. Un’altra dimensione. È come se noi, felici cronisti di periferia, ricevessimo una chiamata dal New York Times: ciao, ti andrebbe di lavorare per noi?

Ma Giovanni Manna, la chiamata da Torino, se l’è guadagnata sul campo. Lavorando, studiando, lavorando e ancora studiando. Credendoci. Sempre. Nonostante una famiglia a casa, degli affetti, una vita insomma al di fuori del rettangolo verde, l’oramai ex direttore sportivo dei ticinesi stava a Cornaredo da mattina a sera. Anche di notte se serviva. Non aveva orari: il Football Club Lugano era tutto il suo mondo. E lui ci teneva affinché quella creatura crescesse, diventasse qualcosa di bello. Facesse risultati. Ha sbagliato, come tanti. Come tutti. Nella scelta di alcuni uomini. Eppure il saldo, al momento dei saluti, è nettamente positivo. Se il Lugano è arrivato così in alto, beh, è perché lui ha usato testa, mani e cuore per costruire la rosa. Sarà difficile rimpiazzarlo.

A noi piaceva solleticarlo sui vari obiettivi di mercato, provocandogli spesso reazioni nervose ed elettriche (ma spassosissime per noi). Elegante e trendy a bordo campo, avvolto in abiti sartoriali e con ai piedi audaci mocassini tardo-Yuppie, Giovanni Manna nei suoi anni a Lugano è stato sia forma sia sostanza. Gli auguriamo ogni bene possibile. Anzi, siamo sicuri che farà bene se non benissimo allo Stadium.