Contromano

E se tra i due litiganti godesse Max?

Grazie a Verstappen, e ai bisticci in casa McLaren, il Mondiale di Formula 1 potrebbe regalarci un inaspettato finale emozionante
©Ap/Eric Gay
Pino Allievi
Pino Allievi
20.10.2025 20:15

Ci prepariamo a una volatona finale? Questa Formula 1 a volte spettacolare, molto più spesso noiosa, sta forse per regalarci una conclusione emozionante, quando tutti noi eravamo invece rassegnati a un duello in famiglia fra Oscar Piastri e Lando Norris. Poi si è svegliato Max Verstappen. E con lui si è svegliata la Red Bull, tormentata sino all’inizio dell’estate da lotte interne che avevano portato al licenziamento del titolare, Christian Horner, manager capace e di successo, col pretesto di una relazione amorosa con una segretaria del team. Roba da poco, che avviene in qualunque ufficio. Ma Horner in realtà aveva fatto delle manovre per impossessarsi di un consistente pacchetto di azioni del team, cosa poco gradita a una parte della proprietà. E da quel momento era stata guerra aperta fra i corridoi, con esito scontato, perché chi ha più azioni può estromettere a piacimento un dipendente che non ne possiede neppure una. Pareva che la Red Bull fosse sul punto di crollare, invece da quel momento è cominciata la rinascita sulla base – sia molto chiaro – di interventi che erano stati programmati quando c’era ancora Horner. Al posto del manager contestato è stato assunto un ingegnere francese di ottime esperienze, Laurent Mekies, uno dei tanti esuli della Ferrari capaci di vincere, una volta fuori da Maranello. Le modifiche apportate alla macchina hanno funzionato tutte, Verstappen si è scatenato: nelle ultime sei gare ha vinto quattro volte piazzandosi due volte secondo. E ora è a 40 punti soltanto da Piastri quando mancano 5 gran premi e due corse Sprint. Per cui tutto diventa possibile per un fenomeno come lui che non sbaglia più una mossa, né in pista né fuori. Quello che ha fatto domenica ad Austin, pista piena di insidie, è stata la dimostrazione solare della sua bravura e dei suoi meriti.

Verstappen ha un grande vantaggio, a questo punto. È quello che i due rivali della McLaren, separati da 14 punti, ovvero niente, litigano, pasticciano, si controllano tra loro invece di badare agli altri che scappano. A Singapore la loro tattica a uomo aveva fatto vincere Russell, stavolta ha agevolato Verstappen. Con la complicità della gara Sprint del sabato nella quale si sono auto-eliminati con uno scontro alla prima curva, coinvolgendo l’incolpevole Hulkenberg. La responsabilità è stata di Piastri, colui che all’inizio del campionato vinceva con freddezza al punto di essere soprannominato Ice-Man, l’uomo di ghiaccio. Ora il ghiaccio si è sciolto e Piastri non vince più ma combina guai, se pensiamo al botto al primo giro in Azerbaijan e alla confusione nella messa a punto della macchina. Alla fine Oscar sta pagando i dubbi dei suoi 24 anni e dei 65 gran premi disputati da quando è in F.1. Un momento di sbandamento che deve assolutamente superare, perché il leader del mondiale è comunque lui.

C’è chi sostiene che la McLaren, fresca di conquista del titolo costruttori, si sia adagiata sui trionfi. Io non lo credo. La MCL 39 resta la miglior macchina del campionato, se Verstappen dal GP d’Olanda in poi è rinvenuto così forte è solo perché Piastri e Norris sono andati, per motivi diversi, in confusione. Adesso, però, è Norris ad avere la carica emotiva giusta per battere Piastri, anche se ad Austin è di nuovo emersa la grande lacuna dell’inglesino: la mancanza del colpo decisivo nei sorpassi. Lando è un fenomeno quando è davanti ed è un pilota così così quando deve inseguire.

Il GP degli Usa ha poi rilanciato la Ferrari, che con Leclerc è stata davanti alla McLaren per 37 dei 56 giri della gara. Di colpo la rossa si è svegliata con un Charles magistrale che ha corso col coltello fra i denti, capace di sopportare una strategia (gomme Pirelli Soft in partenza, gli altri con le Medie) d’attacco impossibile ad altri, a partire da Hamilton, quarto e di nuovo incolore quando invece la Ferrari aveva capito come far funzionare le gomme. Domenica si corre in Messico, nuova possibilità per il Cavallino, nuove emozioni per chi punta al colpo grosso.