Expo 2015, opportunità e realismo

Bruno Costantini
22.03.2014 06:30

di BRUNO COSTANTINI - È solo l?ennesima bega determinata dalle particolari logiche locali nei rapporti di forza tra Esecutivo e Legislativo, nonché da legittime critiche puntuali al singolo progetto, oppure la raccolta di firme in corso a Chiasso per il referendum indetto da Sinistra, PPD e Verdi contro l?iniziativa del TrenHotel  tradisce un clima di più diffuso scetticismo del Ticino verso l?Expo 2015?
Benché l?ufficialità istituzionale cerchi di far passare un messaggio di convinta adesione alle iniziative promosse sia dalla Confederazione e dai Cantoni della regione del San Gottardo, sia sul territorio ticinese per trarre beneficio dall?Esposizione universale di Milano che aprirà i battenti fra poco più di un anno, non si hanno notizie di folle in delirio per l?evento che si svolgerà a una cinquantina di chilometri da casa nostra.
Il messaggio del Consiglio di Stato, con la richiesta di un credito di 3,5 milioni di franchi attualmente al vaglio della Commissione della gestione del Gran Consiglio, non entusiasma più di quel tanto e non fa l?unanimità. Mugugni si alzano da diverse parti, più per i progetti in Ticino che per la partecipazione in sé all?Expo 2015. La Lega, in compagnia dell?UDC, ha già espresso la propria netta contrarietà, con una proditoria scarica di «fuoco amico» sulla sua municipale di Chiasso Roberta Pantani Tettamanti, promotrice del TrenHotel che è inserito nel messaggio governativo tra i progetti da sussidiare e che, ovviamente, anche a livello cantonale suscita perplessità nel fronte politico promotore del referendum chiassese.
Pure a Lugano,  città che inizialmente s?era prontamente buttata sull?Expo 2015 e che in questo genere di iniziative è trainante per l?intero cantone, gli ardori si sono un po? raffreddati. Depennato per vuoto pneumatico l?improvvisato progetto che è inserito nel messaggio governativo, il sindaco Marco Borradori, pur essendo convinto dell?opportunità da cogliere in un momento di importanti concomitanze per Lugano (in primis l?apertura del LAC), non nasconde che le attività dovranno essere ben mirate e a costi molto contenuti, senza troppe fantasie e velleitarismi megalomani, giocando soprattutto sul piano delle relazioni con Milano. Ossia, il massimo ritorno possibile con il minimo investimento, evitando che sotto il cappello dell?Esposizione universale si sdogani di tutto e di più. Da questo punto di vista, il discusso TrenHotel di Chiasso, circondato dal fuoco nemico e da quello amico, è perlomeno un progetto che ha un minimo di concretezza e una sua logica, con un target ben definito che non è quello degli alberghi a cinque stelle, ma che potenzialmente ha un suo pubblico. Può piacere o non piacere, possono non convincere taluni aspetti del piano finanziario e alcune soluzioni operative, ma si sa cos?è.
Vi è d?altra parte un clima generale di fondo che rende oggi difficile una convinta mobilitazione di truppe in Ticino a favore dell?operazione Expo 2015.
Innanzitutto l?attuale difficile situazione delle finanze pubbliche di Cantone e Comuni detta altre priorità, con scelte che devono essere politicamente solide e coerenti, se non vogliono arenarsi nelle strumentalizzazioni. Mentre si richiedono sacrifici ai cittadini, ad esempio con il taglio dei sussidi per la cassa malati e con l?aumento dei moltiplicatori d?imposta comunali, sull?altro piatto della bilancia occorrono argomenti molto credibili sull?uso del denaro pubblico. In secondo luogo, i ritardi accumulati in Italia per l?avvio dei lavori dell?Expo 2015, anche se ora in rapido recupero, hanno creato inevitabilmente scetticismo e diffidenza (amplificati dall?odissea per la realizzazione della parte italiana della nuova linea ferrovia Mendrisio-Varese, ormai quasi ultimata su territorio ticinese, beffa del doppio binario compresa). Infine, l?isteria collettiva creata negli ultimi mesi dalla maggioranza della classe politica ticinese nell?indicare l?origine di tutti i nostri mali nel babau che viene da sud, non favorisce sicuramente una visione razionale della nostra collocazione geografica, economica e culturale, di quel che siamo per rapporto alla frontiera, anche nelle opportunità.
Non si può allora dimenticare che dall?Expo di Milano si calcola che passeranno oltre 20 milioni di visitatori tra maggio e ottobre 2015. Non ci interessano? Molto pragmaticamente abbiamo un?occasione sia per approfittare della vetrina offerta dal Padiglione svizzero per far conoscere il Ticino e allacciare relazioni che potrebbero essere utili sul lungo termine, sia per riuscire ad attirare turisti durante lo svolgimento dell?evento, valorizzando quanto di meglio offre il nostro territorio senza però inventarci progetti fumosi, che avrebbero meno impatto di un gemellaggio  transfrontaliero fra il Cazzoeula club Ticino e la Confraternita italiana del bollito misto.