Il commento

Fabio Celestini e quel «sì» già vissuto in passato

Considerazioni a margine della nuova avventura professionale dell’ex allenatore del Lugano
Fabio Celestini durante la conferenza stampa di presentazione. © Keystone/Alexandra Wey
Marcello Pelizzari
03.01.2020 17:58

Fabio Celestini è tornato. Con modalità, tempi e addirittura parole simili alla precedente intronizzazione. Quella dell’ottobre 2018, a Lugano. Anche stavolta, infatti, «Cele» ha lasciato in fretta e furia la famiglia a Panama per accorrere al capezzale di una squadra in difficoltà. Il Lucerna, in pieno caos societario e senza un vero (o meglio convincente) progetto tecnico. Ha detto, ieri come oggi, di essere fiero ed orgoglioso. E di aver avvertito subito fiducia da parte della dirigenza.

Per carità, le conferenze stampa sono terreno fertile per frasi standard come dichiarazioni preconfezionate. Ma, a ben vedere, è proprio questa la sfida più grande che attende Celestini: evitare le etichette, i sentieri già percorsi e infine gli errori commessi tanto alla Pontaise quanto a Cornaredo. Nelle sue prime due avventure in panchina, Don Fabio aveva vinto e convinto sul medio-breve periodo. Ma poi, testardo, era entrato in una spirale terribile beccandosi sia le critiche della stampa sia quelle, ben più pesanti da sopportare, dei suoi datori di lavoro. Insomma, fino a giugno nessun dubbio che il vodese alla Swissporarena sia il classico uomo giusto. Poi, appunto, si aprono le scommesse: a fronte della promozione (spumeggiante) in Super League con il Losanna e del terzo posto (fortunato) che regalò l’Europa al Lugano, due obiettivi centrati quando il messaggio passava senza nemmeno forzare troppo, il neoallenatore del Lucerna ha passato periodi neri, se non nerissimi, fra brutte prestazioni, sconfitte in serie e la netta sensazione che fra le sue dichiarazioni e la realtà ci fosse un fossato.

Infine, Celestini dovrà lottare anche contro una sorta di maledizione. Per dirla con Renzetti, gli allenatori passati da Lugano raramente hanno spiccato il volo una volta lasciato il nido. Zeman ha praticamente smesso, Manzo continua a cercare un nuovo inizio, Tramezzani tolto un titolo a Cipro ha faticato, Tami ha optato per una nuova sfida professionale mentre Abascal si è rifugiato nelle giovanili dell’Ascoli, non proprio una primissima scelta. Riuscirà l’ultimo della lista ad invertire il trend? Dirigenti e tifosi del Lucerna incrociano le dita, mentre il mister ha cerchiato in rosso una data: l’8 marzo, quando farà ritorno in Ticino. Casa sua per un anno e poco più.