Pensieri dal battellino

Frega di qui, Frega di là

Asia, da vera conoscitrice dei misteri del mondo virtuale, mi ha infatti informato che Lugano ha fatto un altro passo avanti con il glorioso Plan B avviando una collaborazione con un duo di cosiddetti «Bitcoin explorers»
Bruno Costantini
16.09.2023 06:00

In riva al Ceresio ci si sente già meglio e infatti sono subito aumentate le ordinazioni di Barbera fatto col mulo. Asia, da vera conoscitrice dei misteri del mondo virtuale, mi ha infatti informato che Lugano ha fatto un altro passo avanti con il glorioso Plan B avviando una collaborazione con un duo di cosiddetti «Bitcoin explorers», una tale Laura Nori e un certo Riccardo Giorgio Frega. Proprio così, Frega. Nomen omen? La mia amica ha risposto che non capisco proprio niente di modernità. I due «Bitcoin explorers» – professione che andrebbe inserita tra le offerte della Città dei mestieri di Bellinzona già innovativa per aver proposto ai giovani ticinesi il lavoro di influencer – si definiscono «divulgatori attivisti per i diritti umani e content creator» (chissà quanti stand up meeting fanno) e dovranno «mettere in contatto le persone, le imprese e le istituzioni che credono nel potere inclusivo di Bitcoin con il Plan B».

Il primo viaggio ufficiale della collaborazione porterà i due «Bitcoin explorers» in Turchia e Libano. Verranno anche sul battellino per andare a esplorare i territori d’oltre lago di Caprino? D’altra parte, a Lugano lo spirito crypto-friendly si sta diffondendo tra la popolazione. Recentemente la rimozione dei cestini della spazzatura a Besso, oggetto di un’interrogazione al Municipio, ha confermato che anche queste piccole cose molto concrete della vita quotidiana, che un tempo potevano portare a indignate reazioni della cittadinanza, vengono ormai prese con tranquilla filosofia da Plan B. Lo dimostra il commento di un utente apparso su un sito web: i cestini di Besso sono stati tolti perché «verranno sostituiti da cestini digitali gestiti dalla blockchain in modo da generare dei Lugancoin ogni volta che viene buttata la cacca di cane al loro interno». Nella città che ha realizzato due campagne contro le deiezioni canine sulle pubbliche vie (lo scorso anno «L’hai fatta grossa» e quest’anno «L’hai rifatta grossa»; il prossimo anno sarà enorme) l’intuizione di abbinare l’incivilimento dei proprietari di cani al guadagno in moneta virtuale è in fondo naturale, anzi geniale. Ho suggerito ad Asia – che adesso, pure lei, vuole definirsi «content creator» oltre che microinfluencer del lago – di lavorarci sopra per tenere alto il morale della popolazione che potrà illudersi di far soldi grazie a deiezioni canine sostenibili e responsabili, così da compensare l’ondata dei rincari di energia e casse malati.

È un po’ come la decisione di posticipare la presentazione del Preventivo cantonale 2024 nell’illusione, un’altra, di incassare ancora la manna della Banca nazionale. Che lo si guardi da destra o da sinistra, dal centro o dagli angoli, dall’alto o dal basso, l’atteggiamento della politica di rinviare i compiti con simili motivazioni sembra una commedia con gente che vive su un altro pianeta. In segreto potrebbero affidarsi anche loro al signor Frega, ovviamente con distruzione di qualsiasi prova. Si è fatto un gran parlare in questi giorni della Curia che ha distrutto materiale d’archivio contenente forse scottanti carte sulle molestie sessuali, ma anche a Palazzo c’è esperienza con il cancelliere fuochista che negli anni Ottanta del secolo scorso di sua spontanea volontà incenerì le foto che ritraevano il Consiglio di Stato in corpore in compagnia di quello che sarebbe poi stato identificato come il brigatista rosso Alvaro Lojacono Baragiola. Non è tutta roba per «content creator»?