La giornata

Gianni Rodari e la strada che non andava in nessun posto

Le imminenti decisioni del Consiglio federale potrebbero mettere in ginocchio lo sport professionistico - Eppure calcio e hockey meritano considerazione e soluzioni coraggiose
©CdT/Chiara Zocchetti
Massimo Solari
26.10.2020 06:00

Il 23 ottobre sono stati festeggiati i cent’anni dalla nascita di Gianni Rodari. E con il Consiglio federale e i Cantoni in procinto di introdurre nuove restrizioni che potrebbero mettere in ginocchio l’industria dello sport professionistico, ci è tornata in mente una favola del celebre scrittore. Quella della «strada che non andava in nessun posto» e di «Martino testadura», premiato per aver osato percorrerla nonostante lo scetticismo dei suoi compaesani.

La premessa è doverosa: i piani di protezione per gli spettatori, allestiti con cura e sacrificio dai club, hanno sin qui retto e anche bene. E a dirlo non siamo noi, ma consiglieri federali e membri dei Governi cantonali. Così come è altrettanto chiaro che i ricavi generati dal pubblico (biglietti, hospitality e ristorazione) sono vitali sia per il calcio sia per l’hockey. Tra i due mondi, tuttavia, esistono differenze non da poco. Ci spieghiamo. Con l’annullamento della Champions League e le nazionali messe in naftalina, il massimo campionato di disco su ghiaccio appare meno ingabbiato e più autoreferenziale. E quindi, immaginiamo, un’eventuale sospensione provvisoria della stagione potrebbe risultare meno indigesta di fronte alla probabile alternativa delle porte chiuse o quasi. Diverso il discorso per Super e Challenge League, accerchiate dalle varie Serie A, Premier, Liga, Bundesliga e Ligue 1 che - a oggi - proseguono imperterrite aggrappandosi alle entrate generate dai diritti tv. Non solo. Pure Champions ed Europa League sono entrate nel vivo, mentre la Nations League vorrebbe archiviare la pratica in novembre. In un contesto così interconnesso - e che per altro vede lo Young Boys coinvolto in prima persona - fermare unicamente il calcio svizzero rischia insomma di essere a) molto più difficile; b) controproducente.

Di qui anche l’importanza della tavola rotonda con i club, indetta per mercoledì dalla consigliera federale Viola Ahmerd. Serviranno coraggio, soluzioni flessibili e soprattutto piena comprensione del «peso» sociale ed economico dello sport professionistico. «Perché certi tesori - scriveva Rodari - esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova».