I prossimi referendum

Il FC Lugano, inteso come società, il suo referendum lo ha vinto il 28 novembre. Mattia Croci-Torti, invece, se la dovrà vedere con la piazza luganese giovedì. È inevitabile. Per certi versi paradossale. Perché quello bianconero, è un tecnico apprezzato. Uno che passa, insomma. E nessuno, volendo rimanere in tema, si sognerebbe di raccogliere 3.000 firme per mettere al voto la sua panchina. No, nemmeno a fronte dell’attuale momentaccio in campionato. Proprio quest’ultimo, in fondo, è figlio dell’appuntamento con la semifinale di Coppa Svizzera. Già, quella da tutto esaurito. L’evento in grado di calamitare l’attenzione anche del passante distratto. La partitissima contro il Lucerna, non a caso, ha finito per assorbire le energie nervose e dell’allenatore momò e dei suoi uomini migliori. Ed è proprio alla luce di questo vortice, tra sogni nostrani, ambizioni collettive e individuali, che il Crus non ha quasi diritto all’errore. Fallire, a maggior ragione dopo le doverose rassicurazioni delle ultime ore (i «sara un’altra partita, vedrete»), farebbe rumore. Molto rumore. Perché se c’è un atout che tutti hanno sempre riconosciuto al mister bianconero, beh, è quello di essere un motivatore d’eccezione. Uno, per intenderci, che quando si presenta la gara della vita ti tira fuori tutto. Soprattutto il meglio.
Ecco, in questo senso l’esame popolare per Croci-Torti è arrivato. Il referendum dell’FC Lugano, questa volta inteso come dirigenza sportiva, è invece agendato per l’estate. Sì, perché fra un paio di mesi, e in vista della prossima stagione, la piazza luganese probabilmente non farà più sconti circa le mosse sul mercato. Quelle operate sin qui, ieri, hanno infatti mostrato tutta la loro fragilità. E a alla Tuilière di Losanna, spiace dirlo, non è stato un bel vedere.