Il 2011 che riemerge, l'occasione e la frittata

Gianni Righinetti
22.12.2014 06:00

di GIANNI RIGHINETTI - La campagna 2015 del PLR comincia a mostrare diverse analogie con quella del 2011. E, visto l'esito di quella tornata elettorale, per i liberali radicali non sembra essere un buon segno. In particolare per quanto concerne la tribolata composizione del quintetto per la corsa al Consiglio di Stato. Allora c'era un candidato che aveva gettato la spugna alla vigilia dell'investitura ufficiale e due concorrenti a sgomitare per occupare quella casella. Oggi la storia si ripete: Mauro Antonini lascia improvvisamente ad inizio dicembre e il partito si trova in affanno. Ma maschera questa condizione con la dichiarazione serena del presidente Rocco Cattaneo: «Ora si apre una porta, si crea una nuova opportunità. Calma, non vedo grossi problemi». Una citazione che si dimostrerà poco felice alla luce del nervosismo che ha contraddistinto le ultime due settimane in casa liberale radicale. Prima c'è stato l'appello dei fans di Laura Sadis che sognavano un suo rientro sulla scena, poi la stoccata che la stessa Sadis ha riservato a Cattaneo ricordando le tensioni tra i due, ovvero uno dei motivi del definitivo addio della consigliera di Stato. Subito dopo è iniziata la ridda di voci su possibili candidati e sono riemersi i contrasti. Come il colorito scambio di opinioni via e-mail tra la presidente della Sezione PLR di Lugano Giovanna Viscardi e l'omologo del distretto di Lugano Valentino Benicchio. La contesa verteva su chi era legittimato ad avanzare proposte di candidature. E siamo al tribolato week-end ormai alle spalle. Sabato mattina la Sezione di Lugano fa quadrato e si compatta per promuovere Roberto Badaracco, ma Cattaneo e il suo vice, in gran segreto, hanno praticamente già scelto Gian Luca Cantarelli. Un nome che nessuno aveva mai neppure ipotizzato. Nella giornata di domenica, in fretta e furia il vertice avvisa e ringrazia gli esclusi e cala la propria carta. Ma la partita non è finita e il Natale in casa PLR sarà poco sereno. Dopo la pausa per le feste c'è chi intende fare la festa al prescelto. La presidente della Sezione dice e non dice, ma è evidente che si stanno affilando le armi per sconfessare la coppia Cattaneo-Morisoli e promuovere Badaracco a svantaggio di Cantarelli. Solo le prossime settimane indicheranno cosa accadrà al Comitato cantonale dell'8 gennaio, il giorno della ratifica del quinto nome. Si preannuncia un testa a testa, come già nell'autunno del 2010. Allora i concorrenti erano il presidente del distretto del Mendrisiotto Marco Tela e Matteo Quadranti che si era autoproposto (con l'appoggio dell'ala radicale del PLR) e poi imposto. Ma questa volta c'è un problema in più. Cantarelli, persona conosciuta nel turismo ma politicamente a digiuno, è l'uomo del vertice, mentre Badaracco (parlamentare e capogruppo nel Legislativo di Lugano) della Sezione. Non ci sono autocandidature. Cosa accadrebbe se la linea del partito uscisse sconfitta? Cantarelli è pronto a subire una situazione nella quale si è ritrovato, un po' suo malgrado, per il fatto di aver risposto con entusiasmo con un sì all'allettante invito?
La situazione è complessa e una nuova guerra fratricida dietro l'angolo. Il vertice, in un momento in cui si sta giocando la credibilità per la riconquista del secondo seggio, non può permettersi una sconfessione da parte del proprio parlamentino.
L'impressione è che alcuni nodi stiano venendo al pettine. In primo luogo la poco lungimirante scelta di lanciare la campagna con larghissimo anticipo, presentando la lista per il Governo a metà giugno. Ma anche l'intestardirsi su un concetto interessante, ma, politicamente parlando, astratto quale il rinnovamento. Puntare a formare una lista giovane è sempre stata buona cosa, ma se si finisce per perseguirlo in maniera dogmatica può diventare controproducente.
Riparare è spesso più difficile che costruire ex novo, l'occasione per rafforzare la lista era grande e non è stata colta. Ora non resta che tentare di evitare di fare una frittata.