L’editoriale

Il Corriere del Ticino in un mondo che cambia

L’editoriale del nuovo direttore responsabile, Paride Pelli
Paride Pelli, alla guida del Corriere del Ticino dal 1. gennaio 2021. © CdT/Chiara Zocchetti
Paride Pelli
02.01.2021 06:00

Quella che stiamo attraversando non è solo una crisi economica e sociale come altre ce ne sono state in passato: è anche, e soprattutto, un passaggio epocale, un crocevia di cambiamenti strutturali che rimarrà impresso in modo indelebile nelle nostre menti e nei libri di Storia. Oggi, all’alba del 2021, sappiamo che questo enorme e drammatico frangente della pandemia avrà una fine: il vaccino contro la Covid-19 è in arrivo in Ticino – questione di ore ormai – e nei prossimi mesi inizieremo a vedere l’incubo sfumarsi poco a poco.

Nello stesso tempo siamo consapevoli che alcuni tratti principali della nostra vita non torneranno più come prima. Con inquietudine, con smarrimento, con sorpresa, e con intelligente coraggio, ci apprestiamo tutti a scoprire un mondo se non totalmente nuovo, di sicuro differente da quello di dodici mesi fa. Molte delle soluzioni e dei rimedi adottati per far fronte allo stravolgimento generato dalla pandemia, dallo smart working alla didattica digitale, sono qui per rimanere e avranno un impatto decisivo, ancora non quantificabile, sul futuro del lavoro e dell’istruzione.

L’eccezionalità degli eventi che ci hanno travolto lo scorso anno ci ha costretti a sperimentare di più, a essere più veloci e intraprendenti, a sburocratizzare dove possibile (questa è stata una delle richieste del settore privato a quello pubblico) e a rendere più fluide le procedure. È un’accelerazione inattesa che si sarebbe verificata con molte più lungaggini senza l’innesco dell’epidemia. Se sapremo governarla senza rincorrerla, essa risulterà essenziale per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro Paese.

C’è poi un’altra grande dimensione umana che la pandemia ha portato sotto i riflettori: quella della responsabilità individuale. Mai come negli ultimi mesi ci siamo appellati ad essa con così tanta convinzione, chiedendo a noi stessi e agli altri, conoscenti e sconosciuti, il rispetto delle misure restrittive imposte dalle autorità per fronteggiare la diffusione del virus. In tanti momenti i cittadini, e con loro i governi delle nazioni, hanno dovuto mettere in campo sforzi notevoli per non demordere, per non lasciare la situazione in mano all’egoismo, alla chiusura indiscriminata, alla paura, e per mantenere aperti canali di umanità e di fiducia nella politica e nella scienza, nonostante i comprensibili attimi di scoramento e nonostante – purtroppo in alcuni casi, sempre troppi – la morte per coronavirus di persone care. Sia detto senza retorica: è stata una lotta davvero sofferta, di cui tutti, giovani e anziani, porteremo le cicatrici.


Ma ora dobbiamo guardare al bicchiere mezzo pieno, perché di ottimismo ne abbiamo bisogno, e a iosa, nell’incamminarci in questo 2021: la Storia ci insegna che dalle maggiori crisi ci si può dirigere con fermezza verso un futuro migliore. Gli strumenti per farlo li abbiamo. L’informazione, ad esempio. In un contesto notevolmente complicato come l’attuale, i media, chi più chi meno, hanno saputo restare un punto di riferimento. Non si riesce a immaginare – e forse è meglio non provarci nemmeno – il livello di confusione e di anarchia che si sarebbe sviluppato sotto i nostri occhi durante la pandemia in assenza di un presidio informativo equilibrato come quello che i nostri media – tra cui sono fiero di includere il Corriere del Ticino grazie naturalmente a chi l’ha guidato fino a ieri l’altro, Fabio Pontiggia – sono riusciti a garantire tra mille difficoltà. E così resterà in futuro. Siamo infatti solo a metà del guado. Quando il coronavirus sarà soltanto un orribile ricordo – e ci auguriamo che avvenga il prima possibile – i media avranno l’arduo compito di accompagnare la transizione della società verso un mondo che avrà non pochi lati nuovi da scoprire, da coltivare, da analizzare e, nel caso, da criticare. Anche il nostro giornale e il nostro modo di organizzare e proporre l’informazione muteranno di riflesso, in modo naturale e senza strappi, facendo tesoro del passato e delle esperienze, come da tradizione. Già da oggi il Corriere del Ticino si presenta con pagine e firme nuove e con un’organizzazione interna ridefinita proprio per far fronte alla necessità dei lettori e degli abbonati di conoscere i fatti ed essere aggiornati con tempestività e affidabilità. Altre innovazioni verranno progressivamente integrate durante e dopo le festività in corso.


A livello di linea editoriale, il solco sarà quello tracciato da una storia che quest’anno arriverà a contare ben 130 anni di vita: piena indipendenza nel dare le notizie, ça va sans dire, e strenua difesa della libertà di donne e di uomini di seguire ciascuno il proprio percorso civile e personale all’interno di una società complessa ma non standardizzata. Con un’aggiunta: quando si parla di libertà, per fissarla giustamente come principio di vita e di giornalismo, il rischio è quello di assumere senza accorgersene atteggiamenti dogmatici. Ecco, nel nostro Corriere del Ticino non dimenticheremo che la libertà, oltre che un diritto inalienabile e una perfetta guida per le decisioni di ogni giorno, è anche un piacere: il libero piacere del fare, del raccontare, del rivolgersi a lettori nuovi, specialmente se giovani, con notizie e analisi in grado di aprire la riflessione sui fatti del nostro tempo e su argomenti che sono entrati, talvolta con prepotenza, nella nostra quotidianità.


In quest’ottica, il giornale si rinnova già da oggi nella sua struttura. Le pagine iniziali, ad esempio, saranno dedicate agli approfondimenti con la sezione «Dentro la notizia» che avrà il compito di spiegare e decodificare i temi, inclusi i più complessi, avvalendosi della consulenza di esperti del settore e delle nostre firme interne ed esterne. Si tratta di pagine monotematiche, create dalla redazione seguendo il concetto di multidisciplinarietà, con un’interazione costante e intensa tra diversi saperi e personalità. Una sorta di «laboratorio» che farà crescere anche il sito web cdt.ch, che dalle prossime settimane si muoverà in piena autonomia e con una struttura ad hoc. Questa è un’altra bella notizia, soprattutto per i nostri lettori più giovani: il portale, infatti, mira a diventare il loro sito di riferimento per le notizie e non solo. Avrà un approccio «glocal»: si chinerà cioè su quello che accade in casa nostra, nella Svizzera italiana, per poi confrontarlo con quanto avviene nel resto del mondo. Pure questa è libertà: responsabile e curiosa al tempo stesso. Un giornalismo al passo con i tempi. Sì, vogliamo un Corriere del Ticino, sia cartaceo che online, aperto e pronto alla novità, senza cedimenti e senza arroccamenti: meticoloso e puntuale nell’informare sui fatti di casa nostra ma che non potrà non guardare con interesse a quel che avviene oltre i confini cantonali e nazionali. Proporremo – ed è un’iniziativa a cui tengo in modo particolare – anche un giornale in costante dialogo con i suoi fedeli abbonati, che rappresentano il presente e il futuro del Corriere del Ticino: a tal proposito, alcuni canali di comunicazione privilegiati sono già stati costruiti e vengono lanciati fin da questa edizione. Ma qui mi fermo, perché il piacere della scoperta appartiene di diritto al lettore e non a chi ne dà l’annuncio.


Permettetemi in conclusione di dedicare questa prima edizione sotto la mia direzione alla memoria di chi ci ha appena lasciati, la signora Matilde Bonetti Soldati, la cui figura resterà per sempre un punto di riferimento per la grande famiglia del Corriere del Ticino. Da parte mia e della splendida squadra che ho l’onore di dirigere rimane la promessa di mandare in stampa ogni giorno un quotidiano che sappia accompagnarvi con piglio sicuro, nei momenti difficili, che non mancheranno, come in quelli sereni.