Pensieri dal battellino

Il gatto selvatico

Anche questa estate di caos mondiale sta finendo persino peggio di come era iniziata
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Bruno Costantini
13.09.2025 06:00

E così anche questa estate di caos mondiale sta finendo persino peggio di come era iniziata. Io e Asia l’abbiamo trascorsa sul battellino godendoci il lago, trasportando alle cantine di Caprino, spesso anche a quelle di Capolago, gazzosa e Barbera fatto col mulo e raccogliendo storie, pettegolezzi e umori dei compaesani in cerca di frescura nelle serate tropicali. Gente tosta, concreta, orgogliosa del proprio Paese, molto meno della classe politica. Che è roba da «Skibidi Boppy», dice la mia amica microinfluencer del lago e content creator immersa nel tormentone diventato virale in questi mesi estivi sui social media da TikTok a Instagram. «Tee tusa, ma se l’è stu Skibidi Boppy?» si sono interrogati i compaesani ancora abituati a vivere nel passatismo del mondo reale e non nel magnifico presente di quello virtuale.

«Skibidi Boppy» è un’espressione usata in diversi video creati dall’intelligenza artificiale con un unico senso: essere priva di senso. Con meno genialità, è un po’ l’equivalente, nel vecchio mondo ante rivoluzione digitale, della «supercazzola prematurata come fosse Antani con scappellamento a destra» del conte Mascetti in Amici miei. Asia ha cominciato a parlare di «Skibidi Boppy» quando con il battellino abbiamo attraccato alla Rivetta Tell per ficcarci nello scontato dibattito agostano del Gran Consiglio in trasferta al Palazzo dei congressi di Lugano per la sessione straordinaria sull’astruso scambio di competenze tra i consiglieri di Stato Claudio Zali e Norman Gobbi. Certo, non c’è totale soddisfazione tra gli spocchiosi protagonisti, perché la Lega avrebbe voluto un arrocco totale fra i due Dipartimenti. Il Picca, mirabolante coordinatore leghista, al Palazzo dei congressi ha ammesso che «la montagna ha partorito un topolino quando poteva essere almeno un gatto selvatico».

Accidenti, ha esclamato Asia, ma perché proprio un gatto selvatico, che non è il massimo della simpatia, soprattutto se ha le busecche in disordine, quando nella politica ticinese abbiamo già il lupo che detta legge? Forse quella del Picca è stata solo un’uscita senza senso da «Skibidi Boppy», però dovrebbe fare attenzione a evocare i gatti irrequieti. Un terribile felino – magari una specie di Behemoth, ossia Ippopotamo, il gatto grottesco e cinico dello straordinario romanzo di Bulgakov Il Maestro e Margherita che rappresenta il male, il potere demoniaco e la distruzione – potrebbe infatti trovarselo in casa sua con il caso tutto leghista di Hospita, una bruttissima faccenda con pesanti risvolti istituzionali rispetto alla quale lo «scambismo» in Governo è davvero un topolino cachettico. In questa temperie politica tra un paio di settimane alle urne ci sarà la resa dei conti, in tutti i sensi, sulle due iniziative di Lega e socialisti per cercare di calmierare l’effetto sui ticinesi degli spaventosi aumenti dei premi di cassa malati.

La mia amica è molto tormentata su come votare perché le tentazioni sono grandi. Andandosene dal porto comunale in sella alla sua bici elettrica rosa, con finalmente attaccato al manubrio un cinesissimo Labubu autentico, mi ha detto che deve prendere un po’ d’aria per schiarirsi le idee. Chissà, forse sul lungolago incontrerà il presidente sezionale del fu partitone Paolo Morel e il suo vicesindaco Roberto Badaracco che pure devono chiarirsi le idee fra loro sul nuovo Polo congressuale di cui si parla da vent’anni. Che spettacolo questa dialettica liberale a suon di schiaffoni.