Il Kunsthaus, la forza delle idee

di RUDY CHIAPPINI - C?è un?insolita attesa nell?aria a Zurigo per la vernice di domani sera al Kunsthaus della mostra «Van Gogh, Cézanne, Monet. La Collezione Bührle». Un fervore legato all?eccezionalità dell?evento e all?amore che gli appassionati d?arte nutrono nei confronti del concittadino mecenate. Ma anche all?orgoglio di una comunità che si appresta a festeggiare i 100 anni del proprio museo, un?istituzione riconosciuta a livello internazionale e a differenza di molte altre, in questo momento di crisi finanziaria, in ottima salute.Un?istituzione nata ufficialmente nel 1910, le cui radici risalgono tuttavia addirittura al XIII secolo. Più precisamente al 1787, quando viene fondata la «Künstlergesellschaft», cellula embrionale di artisti, appassionati e collezionisti che attraverso il susseguirsi di sodalizi analoghi, impegnati a costituire una collezione pubblica e al tempo stesso a creare una sala d?esposizione, porteranno un secolo più tardi alla nascita della «Zürcher Kunstgesellschaft», sorta con l?obiettivo di costruire in tempi brevi un museo. O meglio un «Kunsthaus», una «casa dell?arte» per avvicinare, secondo le aspirazioni democratiche dell?epoca, il pubblico alla pittura e alla scultura.Poi , finalmente alla fine del primo decennio del Novecento l?attesa edificazione, su progetto dell?architetto Karl Moser, della nuova sede su un terreno donato dal municipale Landolt. Un gesto generoso e dall?alto valore simbolico in quanto attesta l?attaccamento degli zurighesi alla nascente istituzione, consolidando una tendenza già in atto, e soprattutto suscitando uno spirito di emulazione, fondamentale per gli sviluppi del museo. Così, nel volgere di pochi decenni, una modesta raccolta costituita essenzialmente da opere di artisti svizzeri , grazie a elargizioni di privati e al fondamentale sostegno della «Vereinigung Zürcher Kunstlerfreunde», creata nel 1917 dal collezionista Alfred Rutschi e tuttora all?origine di importanti acquisizioni, ha assunto carattere e dimensioni di portata europea.Il Kunsthaus ha allora necessità di ingrandirsi. Nel 1925 subisce una prima ristrutturazione, nel 1958 l?industriale Emil Bührle fa costruire a sue spese una nuova ala dell?edificio, destinata essenzialmente alle esposizioni temporanee, nel 1976 e poi ancora nel 2000 si procede ad ulteriori interventi di ampliamento. Di pari passo il museo, con una politica lungimirante, corteggia i mecenati: grandi collezioni ne arricchiscono il patrimonio. Quella di Hans Schuler incentrata sugli impressionisti e postimpressionisti francesi; quella di Hans Mayenfisch con una dote di quasi cinquecento opere di artisti svizzeri; quella del Premio Nobel Leopold Ruzika rivolta alla pittura olandese del XVII. E come dimenticare l?aver favorito la nascita della Fondazione Giacometti, la donazione di Gustav Zumsteg che ha portato all?apertura della Sala Chagall e altre straordinarie elargizioni sempre più frequenti?Essenziale in quest?arco di tempo anche il ruolo svooto dai direttori. Non solo il Kunsthaus può vantare il merito di aver organizzato nel 1932 la prima retrospettiva museale di Picasso ma le grandi mostre da loro promosse sono spesso diventate occasioni privilegiate per intelligenti e mirate acquisizioni.Ecco perchè, giunta alla soglia dei 100 anni, l?istituzione zurighese rappresenta un imprescindibile riferimento nel panorama culturale svizzero, per l?importanza delle proprie collezioni, per la qualità delle proposte espositive, per l?importanza delle sue relazioni internazionali ma soprattutto per la collaudata capacità gestionale e operativa che oggi non può limitarsi ad una corretta cura del proprio patrimonio. Il valore aggiunto del Kunsthaus sta nella sua indiscussa capacità progettuale.Un?abilità dimostrata una volta ancora, con grande acume, in occasione dell?anniversario del 2010. Lo scorso anno è stato annunciato un ulteriore ambizioso progetto di ampliamento del museo. Costo dell?operazione, affidata a David Chiepperfield, uno dei migliori architetti al mondo, 150 milioni di franchi. I responsabili del Kunsthaus hanno legato la realizzazione al reperimeno di metà della cifra tramite fondi privati. Impresa impossibile in un momento di crisi come l?attuale? No, se sul piatto il museo mettesse un ulteriore significativo incremento del proprio patrimonio.E domani nel corso dell?attesa inagurazione della mostra dei capolavori della Fondazione Bührle, verrà ufficialmente comunicato che il nuovo Kunsthaus pronto per il 2015 integrerà nelle proprie raccolte una delle collezioni private più prestigiose al mondo.