Il marchio del leader

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Justin Trudeau bacia appassionatamente la moglie dopo un match di pugilato: il tatuaggio è ben visibile.
Paride Pelli
26.10.2015 05:00

di PARIDE PELLI - Prima era la (non) cravatta di Tsipras, ora il tatuaggio di Trudeau. Ghiribizzi e manie dei premier moderni fanno il giro del web e alleggeriscono il dibattito attorno alla politica, facendolo precipitare, con preoccupante frequenza ormai, a «livello moquette». A proposito del neo eletto primo ministro canadese - già investito del titolo di uomo più sexy del G8, impresa non improba vista la scarsa concorrenza - su Facebook e Twitter ci si chiede se sia l'unico leader tatuato dell'Occidente. L'aitante Justin, infatti, sul braccio sinistro ha impresso un corvo ispirato alla tribù di nativi Haida, della quale la sua celebre famiglia è membro onorario. Rispondere alla succosa domanda è quasi impossibile, a meno di non invitare al prossimo summit gli inferociti dipendenti di Air France, che potrebbero cimentarsi - di nuovo - nello strappo di camicie, e permetterci così un infallibile controllo di petti, tricipiti, schiene, colli, forse polpacci (e speriamo poco altro). Quel che è certo, è che l'ex attore e pugile Trudeau non è il pioniere del «tattoo» nella categoria dei leader politici: e sorprende sapere che tra questi vi è Churchill, celebre più per la bombetta e il sigaro che per l'ancora in stile marinaresco (quasi galeotto, a dirla tutta) disegnata sull'avambraccio. Che dire poi di Theodore Roosevelt, presidente degli Stati Uniti che si fece tatuare un imponente stemma araldico di famiglia sul petto? Per non parlare dello zar Nicola II di Russia, che a inizio Novecento rientrò da un viaggio diplomatico in Giappone con un dragone sulla pelle, ricordo indelebile della visita nel Sol Levante. E pensare che nell'antichità l'ideale di bellezza andava di pari passo con l'integrità, tanto che i greci consideravano quest'arte una pratica barbara, buona solo per marchiare, a vita, schiavi e criminali. Considerazione che deve aver fatto propria, tornando ai giorni nostri, l'intransigente e un po' bacchettone presidente Erdogan, il quale ha appena varato un durissimo provvedimento (anche) contro i tatuaggi, vietandoli in tutte le scuole del suo Paese, pena l'espulsione. Vogliamo scommettere che la prima visita di Stato del sexy Trudeau non sarà in Turchia?