«a spasso con lola»

Il mondo è cambiato, soprattutto per i «vecchietti»

La rubrica di Erasmo Pelli
Una città deserta. © CdT/Gabriele Putzu
Erasmo Pelli
Erasmo Pelli
30.03.2020 10:14

Cosa ci sta capitando? Domanda legittima per chi, come me, se ne sta rinchiuso in casa da ormai tre settimane, ligio agli appelli e alle raccomandazioni. Tutto chiuso, città fantasma, qualche raro e ora rarissimo passante, che puoi solo guardare dalla tua finestra. E fuori, almeno sino a settimana scorsa, quelle bellissime giornate illuminate e calde, che ti invitano alle passeggiate e persino ai picnic. Il mondo è cambiato, soprattutto per noi vecchietti, cui la mannaia di questo virus non solo impedisce di uscire, ma riempie oramai regolarmente quattro pagine giornaliere di necrologi su questo giornale. Gli over 65 sono diventati oramai i paria di questa situazione. Qualcuno, anche in malo modo, è stato allontanato dai supermercati, poiché dopo le passeggiate ci vietano pure le spese. In fin dei conti, pensavo, la mia fortuna è Lola, che mi permette i dieci minuti dieci di passeggiatina quotidiana nella stradina dietro casa. Anche lei non si capacita, prima non è che facesse il giro della città, ma almeno fino in Piazza Riforma arrivava. Adesso non più di trecento metri e subito dietro front, perché il cronometro scorre inesorabile. Certo, quando sarà finita cambieremo le nostre abitudini, apprezzeremo maggiormente gli amici che adesso sentiamo al telefono, tutti i caffè dei bar saranno squisiti e il tempo, pioggia o sole, sarà sempre bello, perché finalmente potremo uscire e godere la natura. Ma adesso è il tempo della prudenza, delle letture, dei buoni film, degli abbonamenti ai giornali a prezzi stracciati e della non sempre facile armonia familiare. Senza tralasciare il movimento, che può andare a novità quasi assolute per noi quali l’uso dell’aspirapolvere, la pulizia dei vetri o, più tradizionalmente, le pedalate sulla cyclette. Lola, comunque, riesce a convivere, lei cane da salotto, con una situazione non facile. Ronfa volentieri e si gode, come me, i pochi minuti di passeggiata, nella speranza che questi interminabili giorni abbiano fine. Altrimenti dovrò descrivere anch’io, dopo Silvio Pellico, le mie prigioni!