In corner

Il pigiama di Sforza

L’ex giocatore dell’Inter non è più l’allenatore del Basilea - La fine del rapporto con il club renano, nel caos a livello societario e sportivo, è tutto fuorché sorprendente
Massimo Solari
07.04.2021 06:00

Una scelta azzardata. Ciriaco Sforza. Dal Wil, sesta forza della Challenge League, al grande Basilea. Un allenatore di «serie B», come il pigiama di Giacomino in Tre uomini e una gamba. Ieri Aldo - «e quella di Ronaldo era finita» -, l’agosto scorso Bernhard Burgener, chiamato a giustificarsi di fronte a una situazione incomprensibile ai più. Eccolo il peccato originale di una relazione nata sotto una cattiva stella e - senza sorpresa - finita anzitempo. La sconfitta casalinga contro il Vaduz, ieri l’altro, ha rappresentato il capolinea di un viaggio tormentato. Con una media di 1,35 punti a partita. E soprattutto il quinto posto provvisorio in Super League. Il quinto, sì. Come non accadeva, alla 27. giornata, dal 2000.

Allora sulla panchina renana sedeva un certo Christian Gross. Criticatissimo, a fine ciclo, per metodi e aridità del gioco espresso. Proprio lui, artefice di quattro titoli nazionali, altrettanti successi in Coppa Svizzera e notti clamorose in Champions League. A differenza di Sforza, negli anni ruggenti il Poliziotto ebbe però la fortuna di operare in un contesto piuttosto sereno. La dirigenza, già. L’attuale caos sul fronte societario ha contribuito - e non poco - al flop dell’oramai tecnico del Basilea. «Non abbiamo bisogno di guerre e di una cattiva atmosfera» aveva dichiarato il giorno della sua presentazione, mentre i giornalisti mitragliavano patron Burgener di domande. Sul destino del club, va da sé, ambito da David Degen e nel frattempo finito proprio al centro di una battaglia legale.

La gestione opaca della società, contestata con ferocia dai tifosi, si è così riflessa nella pessima conduzione della squadra. Con il caso Stocker, l’umiliazione in Coppa ad opera del Winterthur e - dicevamo - l’imbarazzante campionato. Tante micce, per un’esplosione scontata. Come a Sion e al contrario di altre piazze, dove l’azzardo non è più di casa.