Il signor I.V. in attesa di una guida

L'EDITORIALE DI GIANCARLO DILLENA
Giancarlo Dillena
Giancarlo Dillena
30.11.2017 06:00

di GIANCARLO DILLENA - Il signor I. V. è un tipico figlio del nuovo millennio. Di cui ha fatto sua la mentalità, marcata da un forte individualismo. Non tanto quello di impronta egoista, attento al proprio benessere e indifferente a quello degli altri. No: un individualismo fatto piuttosto di progressivo isolamento. O, meglio, di trasferimento in un mondo parallelo: quello virtuale.
In effetti è un individualista virtuale, che cammina per strada a testa bassa, gli occhi fissi sullo smartphone, incurante di ciò che gli sta intorno. Al punto di andare talvolta a sbatterci contro. Gli occhi si alzano allora dallo schermo e ruotano intorno disorientati, con l'aria di chi si chiede: «Ma che cosa sono queste cose e persone intorno a me?». La domanda resta sospesa a mezz'aria, perché il signor I. V. prontamente si rituffa nel suo mondo virtuale. Che è così immensamente più ricco, variegato e movimentato dell'altro, lento e zavorrato dalla fisicità. Le informazioni vi arrivano veloci, si intrecciano e accavallano senza gerarchie, se non quelle dettate (e subito rinnegate) dalla curiosità immediata. Poi c'è la possibilità di soddisfare istantaneamente i desideri (o quanto meno quelli, sempre più numerosi e impellenti, innescati dalla stessa realtà virtuale).

E, soprattutto, ci sono i social, rimedio perfetto al principale rischio cui va incontro l'isolazionista: la solitudine. Sono formidabili queste «comunità» in cui si possono scambiare con intensità inimmaginabile solo qualche tempo fa dati, chiacchiere e soprattutto emozioni. E che importa se la loro geometria è variabile e lo sfondo rimane opaco.
È la soddisfazione che conta! Certo è breve, il più delle volte leggera come un soffio e come un soffio pronta a svanire nel nulla. Tranne quando il soffio si trasforma d'improvviso in un macigno, che colpisce immagine e reputazione di chi, da membro entusiasta di un collettivo di «amici», ne diventa vittima. Allora il social si trasforma in una selva selvaggia e oscura, in cui diventa impossibile ritrovare la diritta via.
Quanto meno da soli. Il signor I. V. si accorge allora di essere diventato il signor I. S., che il suo «splendido isolamento» può trasformarsi in uno smarrimento peggiore di quello vissuto per strada, durante gli accidentali ritorni alla realtà non virtuale.

Ma per fortuna il suo formidabile compagno digitale giunge ancora una volta in suo soccorso. Gli offre, in modo suadente ed efficace, surrettizio e sistematico, quello di cui ha bisogno: una guida. Anzi: una «guida autonoma», come quella sui nuovi veicoli che tra poco arriveranno sul mercato. Basterà salirci e faranno tutto da soli, portandolo felicemente alla meta. Quale? Ma quella che avrà scelto lui stesso, naturalmente! Magari sulla base di un discreto suggerimento del compagno digitale, che saprà meglio di lui quale negozio, quale incontro, quale scelta (compresa quella politica) sono i più adatti a lui. Il tutto grazie ad un sofisticato algoritmo che saprà combinare al meglio la ricerca del bene individuale con quello del «bene comune».
Il signor I. S. potrà così mutarsi nel signor I. G.: individualista virtuale sempre, ma non più smarrito, perché guidato. O almeno questa è l'illusione che gli viene offerta e che oramai non può più rifiutare. Il lato curioso della faccenda è che tutto questo avviene all'insegna di concetti come «autonomia», che rafforzano l'illusione nel momento stesso in cui ne negano il senso. Già, poiché autonomia significa, in termini umani, possibilità di fare delle vere scelte, che non sono mai tra una soluzione buona e una cattiva (sarebbe troppo semplice e comodo) ma fra opzioni che presentano tutte rischi, controindicazioni, conseguenze dolorose in caso di errore. Che si tratti di affrontare una scelta amorosa, una minaccia terroristica o un problema immensamente complicato come i cambiamenti climatici, in fondo cambia poco. Alla base rimane una questione di assunzione di responsabilità, accettando che qualsiasi strada si prenda sarà costellata di incertezze. I danni possono forse essere contenuti confrontandosi criticamente e sistematicamente. Ma questo non lo si impara in un giorno. Anche perché è faticoso e sovente frustrante.

Cose da cui il signor I. V., felicemente diventato signor I. G. e per nulla intenzionato a rivivere l'esperienza da I. S., vuole stare il più possibile alla larga. Ha anche lui delle opinioni, naturalmente. O quanto meno è convinto che siano le sue. E le proclama a gran voce in rete, trovando altri pronti a condividerle. Qualche volta gli viene un dubbio: che sia solo una sorta di eco, predisposta dal solito algoritmo? Ma lo scaccia subito, per concentrarsi sulla prossima, allettante, offerta promozionale. Che, guarda caso, è proprio su misura per lui.

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