Editoriale

Imposizione dei coniugi, alleanza alla prova

L’imposizione individuale dei coniugi è ormai giunta alla penultima curva: il rischio che finisca fuori strada non è del tutto escluso, perché la maggioranza che la sostiene è abbastanza risicata
Giovanni Galli
07.05.2025 06:00

L’imposizione individuale dei coniugi è ormai giunta alla penultima curva. Il rischio che finisca fuori strada non è del tutto escluso, perché la maggioranza che la sostiene è abbastanza risicata. Oggi al Nazionale si capirà se l’alleanza fra i liberali e la sinistra reggerà dopo aver superato per il rotto della cuffia il primo giro in Parlamento. Sul principio di tassare separatamente i coniugi per evitare la cosiddetta penalizzazione fiscale del matrimonio l’intesa c’è. Le divergenze riguardano l’impatto finanziario della riforma, promossa dal Consiglio federale quale controprogetto all’iniziativa popolare delle Donne PLR per un’imposizione indipendente dallo stato civile. Infatti, a causa del cumulo dei redditi e della forte progressività delle aliquote, a parità di entrate una coppia sposata deve pagare di più, ai fini dell’imposta federale diretta, rispetto a quella di conviventi (i Cantoni, in un modo o nell’altro hanno eliminato le discriminazioni). Inizialmente, con il passaggio a una tassazione separata, si stimavano perdite complessive per circa 1 miliardo di franchi.

La proposta che approda oggi in aula prevede un minor gettito di 600 milioni, un importo che dovrebbe mettere d’accordo chi voleva evitare aumenti d’imposta e chi, come i socialisti, un calo troppo forte delle entrate. Quel che è certo è che la riforma non produrrà effetti identici e che un certo numero di coppie e di contribuenti single dovranno pagare di più, nonostante lo sgravio complessivo di 600 milioni. In particolare, la fattura dovrebbe aumentare per le famiglie (da un certo reddito in su) organizzate secondo il modello tradizionale, in cui il reddito è conseguito da un solo coniuge.

Negli ultimi giorni, sulla stampa confederata sono state pubblicate le cifre aggiornate fornite dall’Amministrazione federale delle contribuzioni. Nel complesso, può aspettarsi uno sgravio la metà circa dei contribuenti, mentre il 14% figurerebbe fra i perdenti. Per la parte rimanente, che già oggi paga poco o nulla d’imposta federale diretta, non cambierebbe nulla. Diverso il discorso per i benestanti. Secondo la NZZ, tra il 10% delle famiglie con i redditi più alti, solo tre su dieci otterrebbero agevolazioni fiscali. La categoria più avvantaggiata (232 milioni di franchi di imposte in meno) sarebbe quella dei pensionati sposati. Al contrario, a parità di reddito, ci sarebbero forti differenze fra le coppie a seconda di come l’entrata viene suddivisa fra i due coniugi. Oggi, una famiglia di quattro persone con un reddito imponibile di 120 mila franchi paga dai 2.700 ai 3.100 franchi d’imposta federale, indipendentemente dal come è suddiviso il reddito nella coppia. In futuro, stando al quotidiano zurighese, i doppi redditi dovrebbero pagare solo 1.000 franchi, mentre chi ne percepisce uno solo dello stesso ammontare ne verserebbe al fisco federale 5.000.

Secondo gli scenari pubblicati domenica dalla SonntagsZeitung, per una famiglia con un imponibile di 150 mila franchi e in cui la donna sta a casa ad accudire i figli, il maggior onere fiscale dovrebbe essere di 2.600 franchi. Questa differenza è dovuta da un lato all’abolizione dell’aliquota per coniugi: chi percepisce un doppio reddito potrà rientrare in una fascia meno progressiva rispetto a quella delle famiglie in cui il reddito è percepito da un solo coniuge. Dall’altro lato, l’aliquota applicabile a questi contribuenti verrebbe aumentata leggermente per limitare il calo del gettito imputabile ai doppi redditi. Sta di fatto che per contrastare l’attuale discriminazione a livello federale fra sposati e conviventi, a parità di reddito si crea una nuova disparità di trattamento, a seconda di come questo reddito è suddiviso nella coppia.

Politicamente, gli svantaggi per le coppie tradizionali restano un punto dolente. UDC e Centro si opporranno, puntando anche sul fatto che l’operazione finirà col generare ulteriori oneri amministrativi, visto che nei Cantoni – 21 si sono detti contrari in consultazione – dovranno essere esaminate 1,7 milioni di dichiarazioni fiscali in più. Nella prima tornata al Nazionale, il controprogetto era passato per soli cinque voti. I fautori dell’imposizione individuale dovranno pertanto dare prova di compattezza. Bisogna vedere se le nuove cifre cambieranno qualcosa. La partita in Parlamento si gioca sul filo dei voti. L’ultima curva, in giugno agli Stati, rischia di essere ancora più insidiosa di quella che dovrà affrontare oggi il Nazionale. E se anche venisse superata è probabile che ci sarà un referendum, magari lanciato dai Cantoni stessi. La questione non sarebbe chiusa comunque, anche se la riforma attuale facesse il suo corso. In agguato c’è sempre l’iniziativa popolare centrista, che prevede l’eliminazione della penalizzazione fiscale del matrimonio mantenendo l’imposizione congiunta dei coniugi. Meglio non chiedersi che cosa succederebbe se entrambe fossero accolte.