La banalità della maiuscola

Alle scuole elementari ci hanno insegnato che la lettera maiuscola si usa in tre casi: 1) all’inizio del periodo e dopo il punto fermo; 2) nei nomi propri, che, a differenza dei nomi comuni, indicano una persona, un animale o una cosa in modo particolare e non generico; 3) dopo i due punti seguiti dalle virgolette, cioè all’inizio di una citazione. Anche la maiuscola soggiace alla regola d’oro della lingua italiana: la parsimonia (si usa solo ciò che è necessario). Poi ci sono convenzioni diversificate: alcuni mettono la maiuscola per le cariche istituzionali (Presidente, Primo ministro) e non solo per le istituzioni (il Governo svizzero). È una piaggeria antiquata. Come arcaico è l’uso della maiuscola per indicare i nomi dei popoli (gli Svizzeri). Noi svizzeri amiamo scrivere Popolo. Ma il popolo è popolo proprio perché si differenzia dal Governo e dal Parlamento. Nelle sigle c’è chi vuole tutte le lettere maiuscole (l’ONU) e chi solo la lettera iniziale (l’Onu). Dipende dalle regole che ognuno si dà a lato di quanto prescrive la grammatica. Fin qui è lecito arrivare. Oltre no. E invece da alcuni anni siamo piombati nell’era della maiuscolite acuta. Si vedono maiuscole dappertutto: un maestro della Musica, la storia dell’Arte (anzi: la Storia dell’Arte), la Poesia di Montale. Non parliamo dei termini stranieri, soprattutto inglesi: Quantitative Easing, Private Banking e via elencando (come se l’inglese – che vuole le maiuscole solo nei titoli - fosse il tedesco). Il peggio è quando la maiuscola viene utilizzata negli aggettivi: le elezioni Germaniche, la riforma Protestante, la costituzione Francese. Nemmeno nella lingua di Göthe l’aggettivo esige la maiuscola. Nelle reti sociali è un festival continuo. Forse gli internauti, refrattari alla grammatica, pensano in tal modo di conferire più credibilità e autorevolezza ai loro cinguettii. Non si rendono conto che l’abuso è invece il modo migliore per svilire l’aulica funzione. Come una moneta stampata in eccesso, cioè inflazionata, la maiuscola finisce per valere poco o nulla. Perde il suo potere. Diventa una banalità. E dunque: viva la maiuscola parsimoniosa, abbasso la maiuscolite.