La discesa del Basilea fra Under 21 e sogni di Champions

Quelli eran giorni, sì. Del Basilea pigliatutto, capace di infilare otto titoli consecutivi fra il 2010 e il 2017 e di farsi un nome perfino sulla scena continentale, non vi è più traccia. Né in campo, prigioniero com’è di giocatori mediocri e risultati altalenanti, né soprattutto fuori, fra lotte intestine per il potere e investimenti sciagurati dall’addio di Bernhard Heusler ad oggi. Tant’è che la misura è colma e i tifosi, eufemismo, mugugnano. Un tempo società-faro e locomotiva del Paese, oggi la formazione renana è (quasi) sicura di chiudere il campionato al terzo posto. Alle spalle dello Young Boys e del San Gallo. Ovvero, di una provinciale. Perdonateci il romanesco, ma è necessario citare il grande Angelo Bernabucci in Compagni di scuola: «Guardete com’eri, guardete come sei... Me pari tu zio». Proprio così, la discesa verso la mediocrità e verso l’oblio parrebbe inarrestabile.
Incredibilmente, però, i rossoblù potrebbero pescare il jolly e trovare una luce insperata in fondo al tunnel di questa stagione assurda e amara: la fase a gironi della Champions. Un tempo, era il loro giardino preferito e abituale. D’accordo, ma com’è possibile se stiamo parlando di una squadraccia alle prese con una crisi tecnica e societaria senza precedenti? Merito del cammino in Europa League prima dello stop e, nello specifico, del rotondissimo 3-0 rifilato all’Eintracht a Francoforte nell’andata degli ottavi. Assomiglia tanto ad un buono pasto per l’abbuffata prevista dall’UEFA ad agosto, il cosiddetto «Final Eight». Nello spazio di pochissime partite, tutte secche, il Basilea potrebbe insomma rovesciare qualsiasi pronostico (giova ricordare che si giocherà a porte chiuse) e conquistare l’impensabile. Il trofeo continentale minore, lasciapassare per l’edizione 2020-21 della citata Champions. Hai detto poco.
Ovviamente nessuno sa se, come e quanto il Basilea stia pensando al colpaccio. Un indizio, tuttavia, l’ha fornito il direttore sportivo Ruedi Zbinden. Il ritorno contro l’Eintracht è in programma il 6 agosto al St. Jakob. Di fatto, immediatamente dopo la conclusione del campionato. Riferendosi agli ultimi due impegni di Super League e, in particolare, alla partita di venerdì contro il Thun, Zbinden l’ha fatta più o meno fuori dal vaso. Quantomeno, ha lasciato intendere che il Basilea potrebbe giocare con il freno a mano tirato allo scopo di presentarsi all’appuntamento europeo con un minimo di benzina in più nelle gambe. «In linea di principio – ha spiegato – contro il Thun dovremmo schierare la Under 21 per risparmiare i nostri giocatori». Urca. Quindi l’aggiunta: «Ma se lo facessimo, ci sarebbe un grande clamore mediatico». Già, l’idea di un Basilea B (anzi, C) che regala punti salvezza ai biancorossi bernesi avrebbe provocato un terremoto in Vallese. Con annessa reazione scomposta di sua maestà Christian Constantin, presidentissimo del Sion.
A monte, resta una grandissima verità. O una tremenda constatazione, se preferite. Il calendario stilato da Swiss Football League e Associazione svizzera di football per la ripresa è un’assurdità. Ad esempio, nonostante le rassicurazioni fatichiamo a vedere (e capire) come la Coppa possa incastrarsi a meraviglia con la conclusione dell’Europa League. Come, per farla breve, il Basilea possa pensare di competere su entrambi i fronti. Delle due l’una: o i renani, questa volta per davvero, manderanno i loro giovani a giocarsi una semifinale di Coppa Svizzera oppure la coda della stagione 2019-20 si allungherà manco fosse quella di una cometa. Con conseguenze ed effetti potenzialmente devastanti sulla prossima, di annata, visto che il calcio d’inizio è fissato per settembre. Nel dubbio, ai calciatori renani è stato sconsigliato di prenotare le vacanze estive.