Pandemia e bufale

La dolce vita dei giornalisti pagati da Bill Gates

Un’annata d’oro per complottisti e analfabeti funzionali: il commento di Michele Montanari
©Keystone
Michele Montanari
30.12.2021 17:41

Anche il 2021 è stato un anno d’oro per complottisti e analfabeti funzionali. L’arrivo del vaccino ha infatti riempito i caricatori dei fucili no vax, e l’esercito dei «virologi da tastiera» ha potuto sparare tutte le sue cartucce come fossero munizioni illimitate in un videogioco. Dopo «il virus non esiste» o «non si muore di COVID» del primo anno pandemico, per quelli inizialmente scettici il coronavirus è finalmente diventato reale: hanno trovato il loro prezioso alleato (il virus appunto) per sbugiardare i vaccini, o meglio «i sieri sperimentali». Così, se nel 2020 le ambulanze giravano a vuoto a sirene spiegate per spaventare i cittadini, ora sono altre le tesi prive di fondamento che vanno per la maggiore. In questa fase della pandemia, ogni decesso per malattie cardiovascolari o per malori improvvisi è causato dai preparati anti-COVID. Non importa se le autorità di farmaco-vigilanza segnalino puntualmente i possibili effetti avversi del vaccino - che nessuno nega -, se siano effettivamente state documentate correlazioni o se già prima dell’arrivo dell’«iniezione di 5G» (tra l’altro il mio non funziona, ho lo smartphone che segna ancora 4G), i decessi per problemi cardiaci fossero la principale causa di morte al mondo. Dati dell’Ufficio federale di statistica alla mano: in Svizzera nel 2019 sono morte 67.780 persone, ossia 692 in più dell’anno precedente. Nel 2020 i decessi sono ulteriormente cresciuti, arrivando a 76.200. E la maggior parte delle vittime registrate ha avuto malattie cardiovascolari (circa il 29% del totale). Senza prove concrete, si assiste solo a una strumentalizzazione che fa imbestialire, proprio come quei politici che, seppur vaccinati, lanciano messaggi ambigui per garantirsi anche il sostegno della fascia più estrema degli scettici.

Esempi recenti di terrorismo anti-vaccino? Il 42.enne ritrovato morto su una scogliera a Calamosca (Cagliari). L’uomo sarebbe precipitato durante un’escursione, ma per molti un giovane che scompare all’improvviso è chiaramente vittima del «magico siero». «Impossibile che sia caduto, conosceva la zona. È l’ennesimo malore, ormai è una strage». È uno dei tanti commenti su Facebook. Senza contare i casi eclatanti, come quello del calciatore Christian Eriksen durante gli europei o, negli scorsi giorni, la morte per infarto del regista canadese Jean-Marc Vallée. La lista di questo sciacallaggio socialmediatico è infinita. Come infinita è la tristezza che si prova leggendo certe fake news. Basti pensare allo screenshot dei falsi dati ISTAT sull’impennata di decessi avvenuti nel sonno o per malore improvviso. La smentita dell’Istituto nazionale di statistica italiano è stata immediata, ma ormai la bomba era esplosa. E chi ha cercato di correggere la disinformazione? I «giornalai», non i giornalisti. C’è poco da fare, se è virale su Facebook è vangelo. Poi ci sono quelli per cui le fonti sono attendibili a giorni alterni, quando fa più comodo. Loro hanno la coerenza che scricchiola come una scala in legno del Seicento. Un esempio? Quando il virologo di turno consiglia il vaccino, è un prezzolato di Big Pharma. Quando lo stesso esperto afferma che il preparato anti-COVID dopo qualche mese non è più efficace a prevenire il contagio, diventa di colpo un luminare della scienza. Una bandiera da esporre sui social per la causa no vax. Questo modo di fare lo chiamo «paradosso del virologo di Schrödinger». Avete presente l’esperimento col famoso gatto? Per i complottisti, finché l’esperto non parla è allo stesso tempo una fonte attendibile e un ciarlatano. E chiudo con la mia preferita: «Voi giornalisti siete tutti pagati da Bill Gates». Il papà di Microsoft, con la sua fondazione, è uno dei maggiori finanziatori dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Non è un mistero, ma improvvisamente da genialoide inventore di software, è diventato un losco figuro che trama contro l’umanità per vendere i suoi vaccini. E i media ovviamente fanno parte del diabolico piano. Questa, dicevo, è la mia preferita, perché è l’accusa che mi hanno lanciato durante un’intervista poi sfociata in deliranti teorie di «great reset». La verità è che vorrei avere una Ferrari e un superattico con vista sul lago di Lugano. Invece guido una Fiat, e il Ceresio dal balcone di casa mia non si vede neanche per sbaglio. Probabilmente sono l’unico giornalista sfigato che non ha preso un soldo da Bill Gates. Niente. Nada. Nisba. Bill non ha neanche mandato una bottiglia di vino rosso per Natale, ‘sto taccagno.

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