La mentalità e il solco profondo

Tutto ha una fine. Anche la lunghissima esperienza di Patrick Fischer sulla panchina della nazionale rossocrociata sta arrivando al capolinea. Sono tanti dieci anni, anzi tantissimi. Ed allora – oltre a rispettare la decisione del coach – bisogna riconoscergli il merito di aver comunicato pubblicamente la sua decisione prima dei suoi ultimi due grandi appuntamenti: le Olimpiadi di Milano-Cortina e i Mondiali casalinghi. Era giusto sgomberare il campo da ogni dubbio prima di affrontare un’annata agonistica così importante. Ed è altrettanto giusto sapere in anticipo il nome del suo successore, Jan Cadieux, a cui spetterà il non facile compito di proseguire sul profondo solco tracciato da «Fischi». Era arrivato in Federazione accompagnato da una buona dose di scetticismo, Fischer. Certo, c’era stata la splendida parentesi da assistente di Sean Simpson nel 2013, quando a Stoccolma la Svizzera aveva conquistato la medaglia d’argento. Ma in molti avevano dato del raccomandato ad un tecnico promosso alla guida della nazionale un paio di mesi dopo l’esonero da parte del Lugano. Già, Lugano, dove Fischer ha mosso i suoi primi passi da tecnico. Dove ha imparato i rudimenti del mestiere.
In attesa di osservare cosa porteranno alla Svizzera le Olimpiadi e i campionati del mondo di Zurigo, a Fischer vanno riconosciuti meriti che vanno oltre le tre medaglie d’argento conquistate nel 2018, 2024 e 2025. Di fatto, il tecnico di Zugo ha portato la selezione elvetica in una nuova dimensione cambiandone la mentalità. Non ne ha più voluto sapere della «piccola» Svizzera che si accontentava di un’eliminazione nei quarti di finale. Ha alzato l’asticella e l’ha superata con successo, grazie anche – altra virtù – alla capacità di coinvolgere nel suo progetto le stelle rossocrociate nella NHL. E – c’è da scommetterci – Fischi affronterà i suoi ultimi due impegni con un entusiasmo contagioso. Toccherà poi a Cadieux raccoglierne l’eredità. L’ex allenatore dei Ticino Rockets – anche lui come Fischer legato dunque al Ticino – non sembra avere il carisma dell’attuale selezionatore. Dovrà però essere bravo a tracciare la propria strada, senza deviarla troppo da quella costruita da Fischer. Se sarà in grado di trovare il giusto equilibrio tra le sue idee e quelle del suo predecessore, la nazionale potrà togliersi altre belle soddisfazioni.

