Il commento

L’eredità dei padri del sindacato OCST

Il commento di Nicola Bottani
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
05.06.2021 06:00

La società erige monumenti agli uomini illustri che hanno lasciato in eredità opere che oggi affollano il panorama urbano di città e paesi, le biblioteche e ogni spazio possibile e immaginabile, compresa la vastissima rete di Internet. La comunità degli umani tende però a dimenticare eredità invisibili ma altrettanto significative, come quella di cui scriviamo in CorrierePiù.

Prima di arrivare al dunque e soprattutto a casa nostra, la prendiamo un po’ larga, scrivendo che i parigini l’hanno più facile di noi. E anche i turisti che si recano nella capitale francese. Per visitare le tombe in cui sono conservate le spoglie di alcuni dei grandi di Francia e del mondo a loro basta fare qualche passo a piedi in un paio di cimiteri della Ville Lumière, iniziando magari dal celeberrimo Père-Lachaise e da quello di Montparnasse. Nel primo sono sepolti, fra gli altri, il pittore impressionista Camille Pissarro e Ferdinand de Lesseps che promosse e condusse la costruzione del Canale di Suez, nonché il pianista e compositore Frédéric Chopin. A proposito dei musicisti, al Père-Lachaise riposa anche Jim Morrison, leader carismatico e frontman della band statunitense dei Doors. Pensando al cimitero di Montparnasse, invece, qui facciamo solo un nome fra molti ma conosciutissimo, quello della scrittrice e filosofa Simone de Beauvoir.

Da noi, in Ticino, una sorta di piccolo, invero minuscolo Père-Lachaise è il cimitero di Porza, che ospita le spoglie del cantante dei Gotthard Steve Lee - la sua tomba ancora oggi è ricoperta dagli omaggi lasciati dai fan, come accade con quella parigina di Jim Morrison - e di Clay Regazzoni, l’asso dell’automobilismo ricordato soprattutto per le sue gesta in Formula Uno ma in carriera capace di ergersi a protagonista al volante di qualsiasi mezzo dotato di quattro ruote e un motore. Se però vogliamo rendere visita a un po’ tutti i personaggi che hanno contribuito a scrivere la storia del nostro cantone nei più disparati campi, non l’abbiamo facile come gli abitanti della capitale francese. Bisogna armarsi di pazienza e prendersi il giusto tempo per andare da una città all’altra, fare tappa in un paese o in un piccolo villaggio e poi in un altro ancora.

Per esempio, nel cimitero del piccolo villaggio leventinese di Calpiogna, situato su un terrazzo a 1.440 metri di quota e ora frazione del Comune di Faido, trascorre il suo riposo eterno un sacerdote, Luigi Del-Pietro. In molti potrebbero chiedersi, come il don Abbondio di manzoniana memoria a proposito di Carneade, chi fosse mai don Del-Pietro e perché merita di essere citato fra gli illustri personaggi del Père-Lachaise diffuso del nostro cantone, quello che si estende fra città, paesi e villaggi. Ebbene, Luigi Del-Pietro, che ricordiamo in CorrierePiù attraverso le parole dello storico Alberto Gandolla, è stato il grande, efficiente motore dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese, l’uomo grazie alla quale è diventata il sindacato più rappresentativo del Ticino. Uno dei non pochi sacerdoti che alle nostre latitudini si sono dati da fare affinché i lavoratori e le lavoratrici, a partire dagli anni Trenta dello scorso secolo, quelli della grande crisi economica mondiale, potessero acquisire una loro dignità e godere di diritti oggi considerati sacrosanti ma che allora erano loro negati, come peraltro succede ancora oggi in troppe parti del mondo.

Una persona, don Luigi, che nel corso dei decenni vissuti alla guida dell’OCST, unitamente ai suoi collaboratori, ha mostrato una grande sensibilità anche nei confronti dei lavoratori stranieri che raggiungevano il Ticino per guadagnarsi la pagnotta e che insieme a quelli autoctoni hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della nostra società. Del-Pietro e coloro che avevano le sue stesse visioni e sensibilità fecero in modo che i valori cristiani della giustizia e dell’equità non rimanessero parole ma diventassero fatti concreti. Eredità come la sua sono immateriali, invisibili, così di primo acchito. Valgono però moltissimo ancora oggi, perché in un mondo che cambia e si trasforma a ritmi ormai vertiginosi - sicuramente impensabili negli anni, comunque molti, in cui ha operato il sacerdote originario di Calpiogna - è ancora più alto il rischio di dimenticarsi in fretta di coloro che hanno bisogno di una mano per riuscire a stare al passo o almeno poter vivere dignitosamente.