Luci rosse, non è mai troppo tardi

Emanuele Gagliardi
Emanuele Gagliardi
09.11.2012 06:00

di EMANUELE GAGLIARDI - La crisi è la crisi. I posti di lavoro si riducono e la fine del tunnel sembra essere ancora lontana. Gli specialisti dibattono e si interrogano sul futuro. Il presente è sotto gli occhi di tutti. Basta passare davanti a diverse aziende per notare, spesso, all?ingresso, grandi cartelli con la scritta: «Personale al completo». Un messaggio diretto a coloro che, alla ricerca di un?occupazione, nel peregrinare quotidiano, arrivano davanti alla ditta in questione con l?intenzione di lasciare un curriculum con una richiesta di impiego. Capita così di vedere uomini o donne fermarsi alla porta della fabbrica che espone l?avviso, leggere la comunicazione e poi fare, mestamente, dietrofront. La crisi è la crisi e ha investito tutti i settori, compreso quello delle luci rosse. Anche qui la manodopera pare essere al completo: a mancare sono, però, i clienti che, evidentemente, in un periodo di magra hanno cominciato a tagliare le spese non strettamente vitali.Buona parte dei bordelli non in regola in Ticino ha chiuso i battenti. Altri gerenti, capita l?antifona, si sono messi a norma di legge, altri ancora stanno operando per riuscire a riaprire i locali senza avere noie. In mezzo, centinaia di ragazze, la cui maggioranza si è trovata, all?improvviso, senza lavoro. C'è chi ha fatto rientro in patria (poche), chi è andata oltre San Gottardo sperando in una migliore sorte, chi si è rifugiata negli appartamenti e chi, infine, si è trasferita, temporaneamente, in Italia. Le prostitute rimaste cercano in tutti i modi di tenere la posizione, arrivando anche a compromessi, soprattutto per quanto riguarda il prezzo della prestazione. I bordelli attualmente in regola nel cantone non sono molti: i loro gestori, per non incorrere nelle ire della giustizia, hanno dovuto adeguarsi, abbassando addirittura le tariffe delle camere. Tutto al ribasso. In attesa delle nuova legge sulla prostituzione, in gestazione da parecchio. Quando arriverà? Arriverà, arriverà. Ma intanto? In alcune regioni la protesta della popolazione cresce perché non vuole essere invasa dai locali a luci rosse, diventare un punto di riferimento quando si parla di prostituzione. I cittadini sono pronti a far ricorso alle urne. La prima norma cantonale sulla prostituzione in Ticino entrò in vigore nel 2001. Allora, nel cantone, erano attive oltre un migliaio, tra prostitute e trans, quasi tutte irregolari. L?articolo 1 recitava: «La legge intende arginare il fenomeno della prostituzione e prevenire lo sfruttamento e le conseguenze criminose. È considerata prostituzione ai sensi della presente legge qualsiasi attività di adescamento dei clienti o atto di libertinaggio riconoscibile come tale, compiuto nelle strade, nelle piazze, nei parcheggi pubblici e in altri luoghi pubblici o aperti al pubblico segnatamente negli esercizi pubblici». Passiamo all?articolo 3 che riguarda i luoghi vietati all?esercizio della prostituzione. La prostituzione – spiega – è vietata nei luoghi dove può turbare l?ordine pubblico ed in particolare la sicurezza, la moralità e la tranquillità pubblica. I Municipi stabiliscono mediante ordinanza i luoghi di cui al precedente capoverso. A guardare quanto sta accadendo ora vien da chiedersi che cosa sia successo in tutti questi anni. Quel che è stato fatto non è bastato. Si è accumulato, dunque, un ritardo su cui riflettere. C?è voluta (finalmente) l?operazione Domino (con la chiusura di oltre 20 bordelli irregolari) per riportare ordine in un settore che rischiava una pericolosa deriva. Uno stop coraggioso quello dato dal procuratore generale John Noseda. Per un po? di tempo, probabilmente, in Ticino non arriveranno più le troupe televisive dalla vicina Italia a girare servizi a tutto campo sull?allegra e spensierata sequela di bordelli da Chiasso su su sino ai confini del Ticino. Bordelli che spesso non erano in regola con la legge e ospitavano manodopera (ben visibile) sprovvista di regolari permessi. Una situazione conosciuta. Se la stessa fermezza usata nella proibizione dei permessi L (di breve durata) concessi un tempo alle artiste di cabaret extra Schengen fosse stata utilizzata per i locali a luci rosse, probabilmente la seconda legge cantonale sulla prostituzione avrebbe potuto attendere ancora un po? di tempo prima di essere messa in cantiere. E invece urge (meglio tardi che mai): l?entrata in vigore potrà dare fiato (e disciplina) ad un settore che, vista la crisi, potrebbe fare un pensierino anche all?assistenza.