M13, l'orso che fa l'orso

di MATILDE CASASOPRA - L?85% degli svizzeri, nell?aprile del 2009, si disse favorevole alla reintroduzione dell?orso bruno sul territorio nazionale. Lo disse, in un sondaggio commissionato dal WWF, a un anno esatto dall?uccisione di JJ3 - il plantigrado che è ora esposto al museo di Coira -. Fu così che, in Val Müstair, nei Grigioni, il «progetto Ursina» - già in corso - fu sostenuto con maggiore convinzione e partecipazione popolare. Tutto sembrava filare liscio sennonché, a un certo punto, l?orso arrivò per davvero. Era il giugno del 2010. Pasteggiò con quattro pecore in Val Plavna, una valle laterale vicino a Tarasp. Si monitorarono i suoi movimenti e lui, dopo un po?, se ne tornò in Trentino. Le cose - per le pecore - andarono peggio nel 2011. L?orso fu avvistato, la prima volta, il 22 giugno. Poi fece perdere le sue tracce. Quello di quell?anno era un orso orso, di quelli che se ne stanno per gli affari loro e diffidano degli umani. Come tutti i suoi simili, però, pur essendo onnivoro, aveva un debole per le pecore. Nel suo soggiorno in Svizzera ne mangiò una ventina. Le ultime dieci tutte nella zona della Val S-Charl, una valle laterale della bassa Engadina. Poi, anche lui, se ne tornò in Trentino. E arrivò l?aprile del 2012. Con lui, in Bassa Engadina, arrivò anche M13. Il signor Riatsch, che lo fotografò per primo, non pensava certo, così facendo, di dare il via alla carriera di una novella star mediatica. Invece le cose andarono in tal senso. Ogni passo di M13 - che non ha mai mostrato particolare soggezione nei confronti degli umani - da quel momento in poi è stato documentato. M13 è andato in Austria; M13 aiuta a scoprire un omicidio; M13 è dotato di Gps; M13 investito da un treno; M13 perde il Gps; M13 a passeggio sullo Julier; M13 in Trentino; travolto e ucciso da un?auto il fratello di M13; a M13 piace la Valposchiavo; bocconi avvelenati per M13 in Valposchiavo; M13 ha un alter ego su Facebook (notizia, questa, diffusa anche dall?Ansa e dall?AP). Poi, all?inizio della settimana, la notizia della svolta: M13 è entrato in una residenza secondaria. I fronti - sempre più divisi - dei sostenitori e degli oppositori di M13 scendono in campo. Gli uni per chiedere che a M13 sia fatta salva la vita, gli altri per denunciare il fatto che M13 non ha paura dell?uomo e che è arrivato addirittura ad entrare in una casa. Poco importa se Joanna Schoonenberger, responsabile del progetto Ursina, fa notare che l?orso, in quella residenza secondaria ci è entrato proprio perché di umani non ce n?erano e che lui, da buon orso, degli umani diffida, che gli umani li teme. Poco importa. M13 ha cessato di comportarsi da personaggio e tutti si sono accorti che è un orso. Il vero problema? Che lui è sempre stato un orso, un plantigrado carnivoro che soprattutto in autunno passa la maggior parte del tempo a nutrirsi, in vista del periodo di ibernazione (o semi-letargo); un grande predatore che non gradisce la compagnia neppure dei suoi simili e che della filosofia del massimo profitto con il minimo sforzo ha fatto la sua regola di vita. Meglio, la natura gliel?ha donata come legge di sopravvivenza. Il problema? Pare che all?85% degli svizzeri questa parte del discorso sia sfuggita. Come mai? La risposta l?aveva già data il direttore del CdT, Giancarlo Dillena, il 16 aprile 2009: «Gli umani moderni presentano una curiosa e inquietante ambivalenza nel loro rapporto con la natura. Sono pronti a sposare ogni causa promossa nel nome della sua difesa, a cominciare dalle ?ragioni? degli animali selvatici. Almeno finché si tratta di vederli nei documentari in TV. Ma non appena la natura si avvicina troppo, con il corollario delle sue ?leggi?, dei suoi denti e dei suoi unghioni, cambiano idea. Prima si danno alla fuga terrorizzati. Poi tornano armati fino ai denti (...)» . L?uomo, il più grande predatore del pianeta, in nome della sua inferiorità di fronte alla natura, imbraccia il fucile. Ufficialmente per difendere le pecore e i più deboli. Praticamente per nascondere il fallimento delle sue ?leggi di cultura?. Interessanti, al proposito, i dati di uno studio. Nel 2011, in Svizzera, sono stati 4221 (su 208?974) gli ovini morti d?estate al pascolo. Quelli uccisi dai grandi predatori sono stati 294. Gli altri 3927 sono morti in incidenti o malattie dovuti a incuria umana. Questi dati non li hanno forniti nè l?orso nè il lupo, ma Agridea e la Federazione svizzera degli allevatori di ovini. Come mai se n?è parlato poco? Semplice: 3927 ovini morti non fanno notizia. M13 che fa l?orso, invece, sì.