Dopodomani

Medici robot?

Sono in tanti, da oltre un decennio, a prevedere lo scombussolamento radicale del lavoro
Patrizia Pesenti
Patrizia Pesenti
10.11.2022 06:00

I radiologi stanno per essere sostituiti dai programmi di Intelligenza artificiale in grado di interpretare le immagini in modo veloce e preciso? No, non sembra proprio. I traduttori sono sostituiti dai programmi intelligenti di traduzione e riconoscimento del testo? No, sbagliato. Gli analisti finanziari saranno presto senza clientela perché chi investe sarà più che soddisfatto dei «robo-advisors»? Per adesso nient’affatto. E ancora, l’Intelligenza artificiale si metterà dietro i fornelli da McDonalds? «No, i robot non si prenderanno le nostre cucine!» E lo ha affermato, non un comitato di dipendenti, ma proprio il CEO della catena di fast food.

Eppure da oltre un decennio sono in tanti a prevedere lo scombussolamento radicale del lavoro. Particolarmente a rischio sarebbero professioni come la radiologia, i farmacisti, i traduttori, gli analisti finanziari, gli addetti al fast food, gli autisti, i magazzinieri ma anche gli avvocati, per citarne alcuni. Devono temere di essere sostituiti da sistemi informatici che procedono in modo logico, come il pensiero umano? Uno degli autori più considerati o più letti (M. Ford, Rules of the Robots) afferma che fra pochi anni un numero enorme di persone si troverà senza lavoro - lo aveva già detto dieci anni fa nel suo bestseller Rise of the Robots. E non è certo l’unico: nella stessa direzione quotati economisti del MIT e McKinsey, tra molti altri. Per gli evangelisti dell’Intelligenza artificiale avremo a breve robot che guideranno, diagnosticheranno malattie, dispenseranno medicinali e vinceranno ogni torneo di scacchi. Gli algoritmi intelligenti già oggi possono sostituire gli umani e non solo in attività ripetitive e banali. È vero che l’Intelligenza artificiale ha scoperto un nuovo antibiotico analizzando molecole che gli scienziati umani non vedevano. E a proposito di scacchi, sembra che i robot abbiano visto nuove mosse mai individuate da un giocatore.

L’Intelligenza artificiale sa dipingere, comporre musica, analizzare montagne di dati e persino programmare. Sembrerebbe che neppure i programmatori possano essere sicuri di aver scelto una professione a prova di robot.

L’occupazione è in pericolo? Forse no. Lo mostra una recente e dettagliata pubblicazione dell’U.S. Bureau of Labor Statistics: per le professioni ritenute più a rischio di essere rese obsolete dall’Intelligenza artificiale non si vede nessuna flessione, anzi. Per la ventina circa di professioni ripetutamente citate come esempi in via di estinzione i numeri dicono altro. Non solo non stanno sparendo, ma il numero di persone occupate sta crescendo. Certo già l’automazione e la tecnologia hanno cambiato il lavoro. Per esempio il commercio online ha spostato la necessità di magazzinieri dai negozi ai centri di distribuzione. Ma la paura di soccombere e lasciare il posto ai robot è ampiamente sovrastimata. Piuttosto si vedono certi compiti passare dalla persona ai robot, ma non è la professione stessa a diventare obsoleta. Cambia il modo di lavorare. In altre parole, parrebbe che umani e robot si dividano serenamente i compiti. Con i primi a portare ancora più esperienza, flessibilità, intuizione, creatività e capacità di giudizio mentre i sistemi di Intelligenza artificiale bravi nei compiti che possono essere ricondotti ad un insieme di parametri e codificati. Non spariscono gli analisti finanziari, i radiologi, i traduttori, i magazzinieri, gli avvocati - solo che lavoreranno sempre di più assieme ai robot.

Le professioni si trasformano, ma non così in fretta. Il cambiamento ci viene incontro, sì, però a passo d’uomo.