Ventisei cantoni

Mito svizzero in pericolo

Ci sono miti svizzeri che fanno parte dell’inconscio collettivo del Paese e sono segni di riconoscimento in tutto il mondo: tra questi c'è il cavallo delle Franches montagnes
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Moreno Bernasconi
24.05.2022 06:00

Ci sono miti svizzeri che fanno parte dell’inconscio collettivo del Paese e sono segni di riconoscimento in tutto il mondo. Il coltellino svizzero, il Gruyère (che non ha i buchi, come pensa la maggioranza degli italiani, che lo confondono con l’Emmental), le matite Caran d’Ache, la balestra (che rievoca ovviamente Guglielmo Tell) usata come marchio di qualità del Made in Switzerland… Di questi miti fa parte senza dubbio anche un cavallo: il cavallo delle Franches montagnes, la cui razza indigena è stata selezionata nel Giura nel 1904. Le sue fattezze e caratteristiche sono l’emblema stesso delle virtù svizzere. Non ha il temperamento del purosangue inglese o arabo e nemmeno la potenza dell’Holstein tedesco: è di statura mediana, docile e affidabile, tenace. Facile di monta e perfetto per gli attacchi, ogni anno viene celebrato a Saignelégier, capitale delle Franches Montagnes nel Canton Giura, durante il «Marché Concours», festa grandiosa che attira migliaia di persone e si conclude con un’epica corsa dei carri. Le sue qualità di tenacia e docilità erano la forza delle cosiddette «Truppe del Treno», corpo specializzato che durante la seconda guerra mondiale trasportava d’estate e d’inverno su osservatori e posizioni strategiche armi e apparecchiature militari attraverso sentieri alpini impervi. Insomma, i cavalli delle Franches montagnes fanno parte dei gioielli di famiglia elvetici. Non sorprende quindi la levata di scudi del Parlamento giurassiano che all’unanimità ha votato recentemente una risoluzione per la difesa dei sussidi federali alla razza dei cavalli «franches montagnes» minacciati da un’ordinanza in consultazione che dovrebbe entrare in vigore nel 2023.

L’ordinanza vuole introdurre un bonus di preservazione per l’insieme delle razze, estendendo quello previsto fin qui ai cavalli delle franches montagnes a tutte le razze d’allevamento minacciate. Il bonus è in vigore dal 2000, in sostituzione del «sussidio per la custodia» versato fino al 1990 dall’Esercito svizzero agli allevatori dei cavalli franches montagnes. La buona notizia della sua introduzione era stata data solennemente, dopo anni di rimostranze giurassiane, dall’allora ministro dell’economia Pascal Couchepin al Marché concours del 2000, appunto. Gli allevatori dei cavalli delle franches montagnes non si oppongono al fatto che anche altre razze di allevamento ricevano un sostegno: «Ma a condizione che per farlo non si decurtino i contributi previsti fin qui per l’unica razza originaria della Svizzera». Se si vuole estendere il sistema dei bonus - afferma la Federazione degli allevatori della razza Franches montagnes, che ha l’appoggio dell’Unione svizzera dei contadini - allora occorre aumentare l’ammontare globale dei sussidi. In caso contrario, se passasse questa ordinanza, «l’allevamento dell’unica razza equina originaria della Svizzera sarebbe grandemente messa in pericolo»! Effettivamente, se la nuova ordinanza verrà adottata dal Consiglio federale cosí come proposta dall’Ufficio federale dell’agricoltura, l’ammontare globale dei bonus per i cavalli Franches montagnes (che nel 2021 era di 850.000 franchi) verrebbe dimezzato e il numero di cavalli aventi diritto al bonus secondo la nuova ordinanza, sarebbe ridotto di due terzi. Gli allevatori non ci stanno e per manifestare il loro disappunto hanno organizzato un corteo di carri e cavalli che dalle Franches montagnes è sceso a Berna per consegnare la presa di posizione direttamente nelle mani del direttore dell’Ufficio federale dell’agricoltura Christian Hofer. Attenzione! Poiché i Giurassiani, come ci ricorda la storia, sono molto meno docili con Berna di quanto non siano i loro cavalli.