Emiro all'incrocio

Non andremo alla polizia

Al terzo giorno di Mondiali, abbiamo perso gli occhiali: ma non vogliamo disturbare le autorità del Qatar
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Massimo Solari
22.11.2022 19:00

Al terzo giorno di Mondiali, abbiamo perso gli occhiali. Complimenti. Fortunatamente, ci vediamo piuttosto bene. Si trattava di un modello senza lenti progressive, pensato per proteggere lo sguardo dalla luce di pc, tablet e telefonino. Probabilmente saranno rimasti sul sedile posteriore di un taxi o all’esterno di una stazione della metropolitana. Magari li ritroveremo tornando in uno degli stadi già visitati. Oddio, dubitiamo. La verità è che i repentini cambi di temperatura - metti il pullover, togli il pullover -, così come l’esigenza di mostrare accredito e Hayya Card a ogni angolo, ci hanno fregati. Favorendo lo smarrimento. La scena, se voleste mostrare empatia o semplicemente farvi due risate, è quella di Giovanni in Tre uomini una gamba. Ricordate? Il Garpez da ripulire nel fiume, il telefono che squilla e ciao, tanti saluti.

La mente, non lo neghiamo, è così corsa a Dominique Metzger. La sua storia ha dell’incredibile. Per noi, quantomeno. Non per il Qatar, evidentemente. Breve riassunto, per chi se la fosse persa: la giornalista argentina - attiva per l’emittente Todo Noticias - è stata vittima di uno scippo. Ballando con alcuni tifosi lungo l’elegante Corniche, le è stato rubato il portafoglio. Non il massimo, considerato che lo stesso conteneva la carta d’identità più che qualche ryial. L’inviata a Doha non ha dunque esitato a denunciare l’accaduto alla polizia locale. La risposta degli agenti? Agghiacciante. «Trovare il portafoglio non sarà un problema, grazie alle numerose telecamere e al sistema di riconoscimento facciale. Ma poi, una volta scovato il ladro, cosa vuoi che facciamo? Cinque anni di carcere o l’espulsione?». Ah.

Dominique, va da sé, si è rifiutata di rispondere. A lei importava solo dei documenti persi. E a noi degli occhiali! Oh, comunque tranquilli. Rilevamento dei volti o meno, della loro scomparsa - a questo punto - informeremo solo moglie, amici e lettori. L’episodio in questione, battute a parte, fa riflettere. E, no, non contribuisce alla fama del Paese che sta ospitando la Coppa del Mondo. Se la collega argentina si è però involontariamente trovata in una situazione spiacevole, lo stesso non si può dire di decine e decine di tifosi. Ai quali, bisogna ammetterlo, piace giocare con il fuoco. L’altra sera, a poche ore dal tackle della FIFA, diversi sostenitori del Galles hanno cercato di entrare allo stadio indossando un cappello arcobaleno. Un gesto apprezzabile e condivisibile, ci mancherebbe. Ma non ha funzionato. Figuriamoci. Chi gestisce le operazioni, d’altronde, controlla i colletti delle divise delle squadre e obbliga a togliere l’etichetta dalle bottigliette d’acqua. Sia mai che uno degli sponsor principali si offenda.

Le zone franche, detto ciò, non mancano. E una, tra l’altro, si trova proprio nel nostro hotel. Da oramai qualche giorno, il pub sul mezzanino è infatti diventato il ritrovo ufficiale per gli amanti del proibito. La birra. Bandita di qua, ma spillata a fiumi e venduta a caro prezzo di là. Contenti loro. L’importante è farlo di nascosto, anche se poi i social media non perdono occasione per amplificare comportamenti goliardici che dovrebbero restare nell’ombra. I fan provenienti da Oltremanica, a proposito di assunzione di rischi, non si stanno smentendo. Fossimo nella tifosa libertina dell’Inghiterra diventata virale sul web, in ogni caso, eviteremmo di denunciare la scomparsa del reggiseno.

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