Il divano orientale

Non esiste Dio all’infuori di Dio

La rubrica di Marco Alloni
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Marco Alloni
Marco Alloni
12.01.2022 13:32

Non esiste altro dio al di fuori di Dio. Ovvero: non esiste altro dio al di fuori di Allah. Questa è una delle attestazioni di fede fondamentali dell’Islam, per la precisione uno dei cinque arkan o «pilastri» a cui è tenuto a conformarsi chi intende aderire alla fede islamica. Nella sua formulazione completa la dichiarazione recita: non esiste altro dio al di fuori di Allah e Maometto (Mohammad) è il suo Profeta. Gli altri quattro «pilastri» sono rispettivamente la cosiddetta «elemosina rituale» (zakat), il digiuno (siam) nel corso del mese di Ramadan, il pellegrinaggio (hajj) alla Mecca almeno una volta nella vita e la preghiera rituale (salat) cinque volte al giorno. Rispettati questi cinque obblighi, ci si può a tutti gli effetti proclamare musulmani.

La solenne dichiarazione dell’unicità di Allah (La ilah illa Allah) si propone però non solo di ribadire il valore di Verità del monoteismo (tawhid) contro l’idolatria e le pratiche politeistiche del paganesimo (dai musulmani assimilato all’epoca dell’Ignoranza o jahiliya), ma anche di sancire il radicale distanziamento dalla Trinità cristiana, in particolare dalla fede nella divinità di Cristo, che nel quadro dell’ortodossia islamica coincide di fatto con una sorta di idolatria «politeistica» (se Dio è unico, come può Gesù essere a sua volta una divinità?).

Ma secondo la sensibilità di alcuni pensatori radicali o «puristi» (salafiti) l’affermazione della assoluta unicità di Dio (in arabo Allah) non ha valore se non quando viene pronunciata nella sua forma completa. Tanto che se un presunto o convinto fedele, in punto di morte, dovesse spirare senza averla espressa per intero potrebbe incorrere nella maledizione divina. Nella sua formulazione integrale la dichiarazione si presenta infatti come segue: non esiste Dio... al di fuori di Dio. Ma se chi si trovasse a pronunciarla decedesse a metà della frase, la sua sarebbe ritenuta né più né meno come una dichiarazione di apostasia: non esiste Dio...

Si dirà che si tratta di estremismi che attestano di uno spirito letteralistico al limite del paradossale. Ma in verità sono anche la risultante di un rigore portato alle estreme conseguenze. Se la morte sopravviene, in effetti, prima che la dichiarazione di fede sia completa, nessuno può asserire che il suo seguito sarebbe con certezza quello canonico. Quindi, a rigore, un fedele che morisse con metà frase tra le labbra sarebbe di fatto un dannato.

Chi volesse risparmiarsi un simile destino, si premuri quindi di significare la propria fede in fretta e con precisione: un’esitazione di troppo potrebbe essere fatale.