Per un’intesa la prognosi resta infausta

È andata come doveva andare. Al vertice di Bruxelles sull’accordo quadro istituzionale non ci sono stati né ultimatum, né rotture, né svolte risolutive. All’UE interessava innanzitutto capire in quale misura la Confederazione è ancora interessata a stipulare un’intesa. Berna, da parte sua, voleva sondare il terreno e saggiare la disponibilità dell’Unione ad accogliere le sue richieste di modifica del progetto. Entrambe hanno voluto mantenere aperto un canale di discussione dicendosi interessate a trovare una soluzione in nome della via bilaterale. Ma al tempo stesso hanno anche mantenuto le rispettive «linee rosse», certificando la distanza delle posizioni su un testo che, almeno in questa versione, in Svizzera non ha nessuna chance di ottenere una maggioranza. Di là dei convenevoli diplomatici, non c’è stato un minimo avvicinamento. La prognosi per un’intesa quindi resta infausta. Berna ribadisce che firmerà solo se saranno trovate soluzioni soddisfacenti su tutti e tre i punti problematici: misure di accompagnamento, direttiva sulla cittadinanza, aiuti di Stato. Bruxelles, invece, non ha nessuna intenzione di rivedere in modo sostanziale i termini dell’accordo e, soprattutto, di escludere i tre punti dalla sfera dell’intesa istituzionale. Insomma, non si vede come uscirne. È diviso il Consiglio federale – troppo comodo addossare le responsabilità a Ignazio Cassis – che non riesce a darsi una strategia univoca; sono divise le forze politiche, alcune anche al loro interno; ed è diviso il mondo economico, mentre i sindacati continuano a essere contrari. Le reazioni di segno opposto giunte dopo l’incontro sono eloquenti della varietà inconciliabile delle posizioni. Se la Svizzera fa concessioni, l’opposizione interna è solo destinata a crescere. Se non ne fa, Bruxelles a sua volta non le verrà incontro. E poi si continua a dimenticare il problema centrale della sovranità, meno tematizzato ma decisivo nell’ipotesi di una votazione popolare. Il Governo dovrebbe seriamente interrogarsi se non sia il caso di staccare la spina e di trovare un’alternativa per proseguire sulla via bilaterale.