Pet therapy estrema

di PARIDE PELLI - Chi s'indigna, chi s'intenerisce. Chi la trova anti-igienica, chi una delle migliori strategie per alleviare il dolore, sulla scia di Patch Adams, inventore della clown terapia, secondo il quale «la felicità non si ottiene con una pillola». Stiamo parlando del percorso terapeutico basato sull'impiego di animali, ormai ben diffuso in ospedali, cliniche, case per anziani di Europa e Stati Uniti. Beninteso: animali domestici, perché tigri e leoni rischierebbero di far uscire sì i degenti dagli ospedali, ma a gambe levate o in orizzontale (nel furgone del coroner). Meglio dunque cani – al guinzaglio, ingabbiati o con museruola – gatti e conigli (senza funghi e polenta).
I cari quattro zampe stanno insomma prendendo sempre più piede e più potere: se fino a ieri erano a malapena tollerati quando si rannicchiavano sotto il tavolo di un bar, oggi entrano in corsia, con la baldanza di Alberto Sordi, alias Guido Tersilli, «medico della mutua». Manca poco che le casse malati li paghino in croccantini, «per servizi resi». Sta di fatto che nel vicino nord Italia e in alcune strutture del Ticino, specie quelle per la terza età, non se ne può più fare a meno: questi animali portano una gioia autentica, senza sofisticherie, e soprattutto disinteressata. Sovente la loro visita è meno impegnativa di quella di amici o conoscenti, perché ci si rilassa e basta. E poi, non c'è come conversare con un dolce e remissivo labrador per avere sempre ragione e far schizzare le endorfine alle stelle.
Passateci la battuta: a volte meglio cani e gatti, in camera, che cani e porci. Tuttavia, tornando agli animali in corsia, nello stato centroamericano del Belize ci si è forse spinti un po' oltre, come testimoniato da un video che ha fatto il giro del web suscitando orrore. Un topo, non esattamente campagnolo, si è introdotto nel reparto maternità di un ospedale e ha morso un neonato prematuro nell'incubatrice: il piccolo è stato soccorso e poi dichiarato fuori pericolo. Nelle immagini si vede la pantegana passeggiare con nonchalance tra flebo e lettini mentre il personale tenta di catturarla, sino all'intervento decisivo, in stile «Braveheart», di un'impavida infermiera, probabilmente scozzese. Un video davvero inquietante, anche per la domanda surreale che ci ha destato: ma il rovescio della pet therapy è la malasanità?