Essere Previdenti

Previdenza collettiva e solidale

I tre pilastri del sistema pensionistico svizzero funzionano bene se si rispettano i principi solidaristici su cui si basano
Fabrizio Ammirati
Fabrizio Ammirati
16.12.2025 06:00

Come è noto, il sistema previdenziale in Svizzera si fonda su una struttura a tre pilastri. Tra questi, la Legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP), nota anche come secondo pilastro, occupa un ruolo centrale. Introdotta per garantire una sicurezza economica duratura, la LPP si propone di mantenere il tenore di vita abituale dei cittadini dopo il pensionamento oppure in caso di invalidità o decesso.

L’impianto normativo della LPP trova la propria base nella Costituzione federale e fissa gli standard minimi che ogni istituto di previdenza deve rispettare. L’assicurazione è obbligatoria per i dipendenti che superano la soglia salariale stabilita per legge e si fonda sul principio della capitalizzazione: ciascun lavoratore accumula nel tempo un capitale personale, destinato a diventare rendita o somma versata al pensionamento. Diversamente dall’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS), che opera secondo un meccanismo di ripartizione, la LPP tende a far crescere nel tempo i capitali degli assicurati tramite investimenti.

Oltre agli aspetti tecnici, la LPP si regge su due valori fondamentali: collettività e solidarietà. Il principio di collettività implica che i rischi e gli investimenti non siano gestiti individualmente, ma attraverso una comunità: la cassa pensione. In questa logica, gli assicurati condividono una serie di rischi connessi al sistema: il rischio finanziario legato agli investimenti del capitale, il rischio di longevità e il rischio di eventi come invalidità o decesso.La gestione dei fondi avviene in modo collettivo: le casse pensioni investono in maniera professionale gli averi dei propri affiliati e i rendimenti ottenuti vanno a beneficio di tutti gli assicurati e dei percettori di rendita pensionistica.

Il secondo pilastro esprime la solidarietà in diverse forme. Innanzitutto, si manifesta nella copertura dei rischi di invalidità e decesso. Infatti, i premi per le prestazioni di rischio non dipendono di regola dal rischio individuale di ciascun assicurato, ma sono calcolati collettivamente per l’insieme degli affiliati. Ciò significa che le persone con maggiore rischio di invalidità o decesso sono di fatto sostenute da chi presenta un rischio inferiore, esprimendo una forma di solidarietà interna al secondo pilastro. Anche il rischio di longevità è gestito in maniera solidale: concretamente chi sopravvive alla speranza di vita utilizzata per calcolare la pensione è finanziato da chi viceversa questa fortuna non ce l’ha.

Vari fattori stanno mettendo alla prova i principi di collettività e solidarietà. Già solo la tendenza in atto a percepire sempre di più il capitale rispetto alla pensione riduce l’effetto solidale appena descritto. Inoltre, lo stesso fenomeno rende individuali le decisioni di investimento: giocoforza l’investimento del singolo sarà più costoso e costringerà l’individuo a una serie di decisioni che, con la percezione della rendita pensionistica sono normalmente demandate alla cassa pensione, all’interno di un sistema di controlli, cautele e garanzie dettate appunto dal principio di collettività e solidarietà.

Anche l’introduzione di modelli di investimento individuali in ambito sovraobbligatorio (i cosiddetti piani 1e) risponde alla tendenza di personalizzare i profili di investimento del piano pensionistico e si distanzia dal concetto di collettivo e di solidarietà. I piani 1e possono essere sicuramente raccomandabili in alcuni contesti, ma rimane innegabile che essi comportino un maggior coinvolgimento individuale.

Di per sé il fatto che il secondo pilastro sia un sistema che evolve assecondando maggiormente i desideri individuali degli assicurati, nel rispetto della legge, non è da considerarsi in maniera negativa. Una maggior flessibilità del sistema permette sicuramente di personalizzare le soluzioni sia in fase di investimento sia in fase di percezione della pensione.

Tuttavia, una maggiore personalizzazione aumenta fortemente l’importanza di scelte consapevoli e ben informate perché una scelta sbagliata può avere delle conseguenze molto negative sul benessere degli individui, che poi, venendo a mancare il supporto all’interno del sistema pensionistico, possono diventare un costo sociale di tutta la collettività.

*) VP della Commissione di vigilanza della Previdenza professionale e condirettore della Banca del Ceresio