Quando c'era la carovana della libertà

Gianni Righinetti
15.06.2016 05:00

di GIANNI RIGHINETTI - Quando lo scorso 7 giugno, a due giorni dalla vittoria popolare del sì alla tassa di collegamento, in redazione è arrivata la convocazione da parte del Dipartimento del territorio per una conferenza stampa che, tra l'altro, annunciava genericamente «la modifica del decreto concernente le misure d'urgenza in caso d'inquinamento atmosferico acuto», la sensazione che ci fosse nell'aria qualcosa di grosso è stata immediata. Il direttore del Territorio Claudio Zali e il suo staff hanno tenuto top secret le misure fino all'ultimo minuto, addirittura consegnando il materiale stampa contemporaneamente all'annuncio pubblico, proprio per creare l'attesa e mettere in atto una sorta di colpo di scena. È stato il frutto di una strategia studiata a tavolino, non improvvisata alla luce della vittoria del 5 giugno e tenuta all'oscuro anche ai colleghi di Governo. In sostanza sembra che l'avallo della tassa con 1.445 voti di scarto abbia legittimato un ulteriore giro di vite, quasi che la lotta al trasporto privato debba essere una missione da mettere in atto senza se e senza ma, perché la mobilità del singolo cittadino viene considerata un male. La diga della tassa è caduta, ora in gioco c'è un valore ancora maggiore dei soldi: la libertà di movimento. In realtà i giochi non sono ancora fatti, il ministro del Territorio ha in sostanza annunciato una democratica consultazione per tastare il polso al Paese e capire se il vento lo spingerà ad irrigidire il decreto antismog per i mesi invernali. E poi, se dovesse cadere anche questa diga, quale sarebbe il prossimo passo? Formalmente a decidere sulla misura delle targhe alterne come pure sulle domeniche senz'auto non sarà il popolo, come nel caso della tassa, ma il Consiglio di Stato che, nella tarda mattinata di ieri, ha scoperto dal tam tam dei portali online le intenzioni del collega, tanto abile nelle sue mosse, quanto poco trasparente con il collegio. Se Zali credeva a questa misura già nel corso della campagna sulla tassa, perché non lo aveva annunciato? Ora sarà interessante seguire le discussioni che animeranno l'estate in vista di una possibile introduzione delle targhe alterne e, in caso di ulteriore peggioramento della concentrazione delle polveri fini nell'aria, delle domeniche senz'auto. In particolare sarà politicamente istruttivo seguire le reazioni che si registreranno in via Monte Boglia, ma anche quanto avranno da dire i colonnelli della Lega e i leghisti della prima ora, quelli puri e duri, quelli che le libertà sono tutto e non osate a metterle in discussione altrimenti s'incazzano. Insomma: occorrerà stanarli o usciranno spontaneamente allo scoperto? Questi leghisti avranno ancora la forza di ergersi sulle barricate con quello spirito anticonformista che li ha contraddistinti per anni, o sono ormai assimilabili ai militanti di un partito a caviale e champagne che, pur di prendere parte al banchetto, si rimangiano principi e ideali? E dire che una volta c'era la carovana della libertà, quel fiume di auto a passo di lumaca che nel 1991 aveva mandato in tilt la viabilità da Airolo a Melide. La Lega di oggi, sempre più forte del suo seguito popolare, riesce a fare arrossire anche il più rosso dei socialisti ed esultare il più verde degli ecologisti. Ed è la Lega che ha sbeffeggiato per anni Mario Camani per la storia della cicoria spazzolata dopo Cernobyl, la Lega che combatteva i cosiddetti «fuchi di Stato» attivi al Dipartimento del territorio, la Lega che non aveva remore a scontrarsi con Marco Borradori se solo annuiva di fronte alla parola di un suo funzionario. Ma, forse, il vento è davvero cambiato. E allora prepariamoci. Dato che molte famiglie ticinesi dispongono di due automobili, tanti controlleranno l'ultima cifra della targa, nella speranza che un'auto sia pari e l'altra dispari. Tanto per non restare a piedi. In realtà, bontà sua, il ministro Zali ha già annunciato che, a mali estremi, estremi rimedi: ovvero la gratuità dei trasporti pubblici.

Insomma, il giro di vite è servito e, vista la determinazione che dimostra Zali nel condurre le battaglie in cui crede, ci sarebbe da stupirsi se farà un passo indietro. Con la tassa di collegamento i ticinesi si sono espressi su un referendum: Zali sì o Zali no? Il popolo ha detto sì. Nelle prossime settimane osserveremo il vento, il vento politico ma anche quello che determina le condizioni meteorologiche. Il Ticino, incuneato in un generatore di inquinanti qual è la Lombardia, soffre quando l'aria ristagna, soffre l'inversione termica invernale. A portare beneficio in passato non è stato il limite degli 80 km/h, non saranno le targhe alterne e neppure le domeniche a piedi lungo le strade cantonali e comunali. Ma solo il vento da Nord.