Quelle avvilenti quote rosa

Gran Consiglio e "adeguata rappresentanza femminile"
Gianni Righinetti
09.05.2009 05:00

di GIANNI RIGHINETTI - Siamo donne, fateci spazio. La richiesta tornerà d?attualità all?inizio della prossima settimana in Gran Consiglio, quando il plenum dovrà esprimersi sulla mozione di Monica Duca-Widmer (PPD) intitolata «Adeguata rappresentanza femminile?». Un interrogativo che per l?autrice, e per i numerosi cofirmatari, ha una risposta scontata: «Assolutamente no, occorre cambiare». Al centro dell'attenzione questa volta ci sono le commissioni di nomina governativa nelle quali il gentil sesso conta «solo» nella misura del 12,8%. Si vorrebbe portarne il peso almeno al 30% perché, si legge nella mozione, è ora di «porre rimedio a una situazione sempre più insostenibile e che fa del nostro Cantone il fanalino di coda a livello nazionale». Detta in questi termini la questione sembra destinata ad una sola risposta: un sì senza troppe discussioni. In realtà in Parlamento verrà discusso anche un rapporto di segno contrario, presentato da leghisti e democratici di centro. Maschilisti incalliti? Può darsi, ma il problema è un altro. La richiesta fa sorgere qualche perplessità perché, ammesso che sia giusto ragionare in termini di equità e proporzionalità, occorrerebbe farlo ad ampio raggio. Allora se alle donne devono spettare più posti in questi gremi, perché non dovrebbe valere altrettanto per i giovani, gli studenti, le casalinghe, i pensionati? Appare evidente che il ragionamento spinto all?eccesso porterebbe ogni autorità di nomina in un vicolo cieco, imbrigliandola tra condizioni cumulative a cascata e nodi inestricabili. In Ticino a rallentare il passo c?è già la spasmodica ricerca del politically correct. In fondo basterebbe ammettere che le quote rosa non sono nell?interesse stesso delle donne (quelle con qualità e capacità si sanno imporre) e che si tratta piuttosto di un vecchio sistema per suddividere la torta. Essere nominate solo perché donne, e non per le proprie capacità, sarebbe avvilente.