Riconciliazione sulla bara? Caro Carlo, tocca ferro

Fanno pace? Non fanno pace? Oppure anche sì, fanno pace ma solo post-mortem? Parliamo ovviamente dei Sussex e dei Windsor, e l’ultima ipotesi, esilarante nonostante il macabro, viene avvalorata da sedicenti “intimi” della famiglia reale in base a indiscrezioni sui piani operativi dei funerali di re Carlo III. Tranquilli, non sta affatto così male, e la malattia che lo affligge non è peggiorata. Come dicono a Corte, la cosa più probabile è che Sua Maestà morirà chissà quando con il cancro ma non di cancro. I piani delle esequie di Stato non dipendono dalla cartella clinica ma, come impongono prassi e tradizione, sono pronti dal momento stesso che Carlo è salito al trono.
Perciò la “scoperta” che nel corteo funebre è prevista anche la presenza del figlio ribelle Harry ha eccitato soltanto chi non ha tanta dimestichezza con la storia inglese.
Alla morte di Giorgio VI (il padre di Elisabetta) nel 1952, il monarca e il fratello maggiore Edoardo VIII non si parlavano né vedevano da 16 anni, ovvero dal momento in cui nel 1936 Edoardo aveva abdicato al trono per sposare la filo-nazista Wallis Simpson. Il resto della famiglia non gliel’aveva mai perdonato, eppure l’ex re in tenuta militare era in prima fila dietro la bara di Giorgio alla testa degli altri parenti maschi (le donne di casa reale non sfilano ai funerali). Finita la cerimonia, alla quale l’americana Wallis non era stata nemmeno invitata, lui se ne tornò in Francia senza che la cognata vedova, la tostissima Queen Mum, si degnasse di accettarne le condoglianze.
I Windsor sono sì una famiglia, con i conflitti e le lacerazioni di ogni famiglia, ma soprattutto un’istituzione. E nei momenti solenni, come il passaggio da un sovrano all’altro, l’istituzione non può mostrare fratture senza indebolirsi. Da qui a parlare di riconciliazione con Harry e Meghan, però non con il padre ma sulla sua bara, è oltre che di pessimo gusto anche totalmente irrealistico. Per il ramo londinese della Ditta, peraltro l’unico titolare della “ragione sociale”, il fuggiasco californiano ha fatto la sua scelta definitiva: l’America. Da lì peraltro la moglie non si schioda, quali che siano i desideri di Harry. È per questo che a Corte da un pezzo lo chiamano sarcastici “l’ostaggio”.
Prigioniero o meno, nessuno a Palazzo scorda l’ultimo oltraggio a Elisabetta appena un anno prima della morte. Il 4 giugno 2021 nasceva la bimba della coppia, e nello stupore generale i Sussex annunciarono di averle dato il nome Lilibet, come il vezzeggiativo usato in famiglia per la bisnonna. Per la regina fu un colpo. Fino a quel momento aveva tollerato tutto in nome dell’unità famigliare, aveva cercato di smussare gli angoli nella speranza di una riconciliazione. Ma quello era veramente troppo.
Il nomignolo affettuoso era una delle poche cose che Elisabetta considerava veramente sue: glielo avevano dato gli amatissimi genitori e oltre a loro lo usavano solo la sorella Margaret, il marito Filippo e pochissimi altri intimi. Lei si sentì violata negli affetti più privati e più cari. A peggiorare le cose Harry e Meghan diffusero un comunicato per sostenere che avevano ricevuto una preventiva autorizzazione della sovrana. Fu il momento in cui la controllatissima Elisabetta perse le staffe. Diede ordine al segretario di rendere noto che il permesso di Sua Maestà non era stato mai richiesto. I reprobi furono costretti a un imbarazzato silenzio.
Da allora il profluvio di “rivelazioni” della coppia contro i parenti reali non ha fatto che allargare il fossato. Carlo, che sperava di fare da paciere, ha dovuto prendere atto che ogni contatto con Harry finisce resocontato nei dettagli sui giornali. È la ragione per cui ha deciso di non rispondere più alle chiamate del cadetto. Sa bene che qualunque informazione gli comunichi, sulla sua salute o sulla famiglia, finirà in pasto alla stampa. Oggi, a rendere inimmaginabile il ritorno del figliol prodigo, non è soltanto l’ostilità di Meghan verso i Windsor (reciproca). Né la sua manifesta avversione a tutto ciò che è inglese. E non è nemmeno la totale estraneità alla terra dei padri a cui Harry ha condannato i suoi figli per i quali però pretende, con l’abituale mancanza di coerenza, il titolo di Altezze Reali. L’ostacolo principale sulla via per Londra è che nessuno più, tra parenti e amici, ha uno straccio di fiducia nel principe chiacchierone. È ampiamente provato che per lui un segreto dipende solo dal prezzo.