Il commento

Se FIFA e UEFA passano alle minacce

Il progetto di Superlega europea spaventa e parecchio i vertici delle principali federazioni mondiali - E Infantino e Čeferin sfoderano l’artiglieria pesante
Il presidente della FIFA Gianni Infantino. ©EPA/Felipe Trueba
Massimo Solari
22.01.2021 15:51

Occhio: sua maestà Gianni Infantino si è arrabbiato. Anche parecchio. E con lui, nientemeno che l’amico-nemico Aleksander Čeferin. Sì, il progetto di Superlega che da mesi aleggia sopra il calcio europeo fa paura. Di qui il comunicato firmato dai presidenti di FIFA e UEFA, insieme ai responsabili delle altre cinque federazioni internazionali. Più che una nota, quella diramata nelle scorse ore rappresenta tuttavia una minaccia. Un chiaro j’accuse verso chi sta tramando per derubricare le varie Champions, Europa e la neonata Conference League, così come i campionati nazionali, a tornei minori. Non a caso quelle che nelle prime righe sono definite «speculazioni giornalistiche», lasciano presto spazio a una chiara intimidazione. Un ricatto, anche. «Qualsiasi club o giocatore coinvolto sarà escluso da tutte le competizioni ufficiali: Mondiali ed Europei compresi». Boom.

Il messaggio non reca destinatari. Ma la Gazzetta dello sport ha indicato in Real Madrid e Barcellona i grandi burattinai. Non esattamente degli improvvisatori, insomma. Non solo: i soldi in ballo per riunire il non plus ultra del pallone continentale sembrano essere molti. Ovvio. Si parla di un fatturato di 4 miliardi di euro all’anno, dei quali una buona fetta - sotto forma di premio - destinati ai 20 club eletti che prenderebbero parte alla Lega. Difficile resistere, a maggior ragione considerati i danni economici provocati dalla pandemia. Ed è facile immaginare che piattaforme come Amazon e Netflix, i nuovi guastafeste nel mondo dei diritti tv, non vedano l’ora di prendere parte alla festa con offerte fuori dagli schemi.

L’attacco frontale sferrato da Zurigo e Nyon è ad ogni modo destinato a lasciare il segno. Tradotto: la Superlega potrebbe anche rimanere nei cassetti, ottenendo però l’effetto sperato. Format rivisti, maggiore «sex appeal», fruizioni alternative per nuovi pubblici. La rivoluzione, d’altronde, è già in atto. A partire dalla Champions League a 36 squadre - più democratica e meno in stile NBA - che dovrebbe entrare in scena nel 2024.