Pensieri dal battellino

Tempo di Calippo

Oggi nessuna maschera della recita leghista appare credibile e nessuno dei protagonisti può dire che non c’era e se c’era dormiva
Bruno Costantini
28.06.2025 06:00

Questo caldo induce alla pigrizia fisica e mentale, anche a una certa elasticità delle coscienze come scriveva Luigi Pirandello nelle torride giornate siciliane. Sul battellino godiamo di una rinfrescante brezza durante le traversate verso grotti e cantine dall’altra parte del golfo dove portiamo Barbera fatto col mulo e gazzosa da mischiare per deliziosi «mèz e mèz» che Asia ha imparato ad apprezzare benché sia più abituata ai cocktail delle sue serate a Lugano Marittima e alla nuova Lugano Riviera che «coniuga eleganza, design e un servizio impeccabile per offrire ai suoi ospiti un’oasi di tranquillità» (sbroja no limits, giò do dida). Anche gli amici di Caprino, solitamente molto ciarlieri, non hanno voglia di buttarsi in grandi discussioni nella frescura delle loro cantine. C’è poco da commentare? E tutte le guerre che abbiamo attorno?

La mia amica microinfluencer del lago e content creator, alla ricerca della solita story per TikTok, butta sempre lì qualche tema grosso, ma restando delusa. Forse è colpa delle sfumature linguistiche che possono confondere le idee. Carlo Silini, sull’ultimo numero di Azione, ha scritto un editoriale sarcastico sulle delicatezze lessicali in tempo di guerra, su come, a dipendenza dei punti di vista e degli interessi, i fatti possano essere presentati con grande fantasia terminologica. Il mondo è zeppo di post-verità, di giochi di parole, di interpretazioni. Restando in campo bellico, come si deve interpretare il contratto sul prezzo degli aerei da combattimento F-35 ordinati dalla Svizzera agli Stati Uniti che a noi contribuenti comincia a far venire l’orticaria? Sono i sei miliardi votati dal popolo o molti di più? Bisogna chiarire se gli svizzeri sono dei cretini che non capiscono quello che sottoscrivono oppure se gli americani sono dei filibustieri che cercano di fregarci (o se aveva ragione Elon Musk quando sosteneva che solo degli idioti possono comperare gli F-35). Questo è un tema che scalda l’aria anche nelle cantine di Caprino, «situation room» del Barbera fatto col mulo dove sfogarsi contro i governanti.

Ho suggerito ad Asia di non cercare qui la sua story perché sarebbe accusata di populismo, ma di puntare su «faits divers» domestici ciucciando un rinfrescante Calippo, per esempio sulla guerra delle busecche all’interno della Lega scatenatasi dopo una sfrenata orgia del potere che da tempo ha dato i segnali di un’implosione del movimento nel quale molti hanno badato ai loro intrallazzi personali in barba allo spirito delle origini. Oggi nessuna maschera della recita leghista appare credibile – torniamo su un palcoscenico pirandelliano – e nessuno dei protagonisti può dire che non c’era e se c’era dormiva. Ci sono le responsabilità dei singoli, ma c’è anche una parabola collettiva. Sarebbe bello se ci fosse ancora il Nano a mettere ordine con la sua cruenta minaccia verso chi sgarrava: ti faccio il menisco senza anestesia! C’è anche qui materia per Silini, in fondo è medicina di guerra. Il povero Picca, coordinatore della Lega infinocchiato nel ruolo di marionetta catartica, non vuole interventi al menisco (ha già problemi di busecche) ma vuole trasparenza e sbarazzarsi degli infedeli per recuperare la purezza del movimento. Bene, bravo, un Calippo anche per lui, ha esclamato la mia amica. L’intento è nobile, ma c’è sempre l’insidia che ricordava Pietro Nenni, capo storico del socialismo italiano: «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».