Ubriachi di balsamo

Lasciamo Riga come l’abbiamo trovata. Soleggiata. Elegante. Un’ultima passeggiata attraverso i parchi, un ultimo «kruassan» appena sfornato, un ultimo espresso doppio (che sembra triplo). La voglia di tornare a Jurmala, alle sue spiagge infinite, alle sue ville retrò, è tanta. Sono solo venti minuti di taxi. Ma non c’è più tempo. Avremmo voluto volare a Tampere con la nazionale rossocrociata. Ma rientriamo in Svizzera insieme a lei (no, non sullo stesso aereo).

In questa rubrica, dedicata alla capitale lettone, non avremmo voluto parlare di hockey. Ma l’hockey e la città, giovedì notte, erano una cosa sola. Inscindibile. L’incredibile impresa di Daugavins e compagni, capaci di eliminare la Svezia nei quarti di finale e di approdare per la prima volta al penultimo atto di un Mondiale, ha permesso a Riga di congedarsi dalla rassegna con una notte di festa, al grido di «Lat-vi-a! Lat-vi-a!». Tutti ubriachi di gioia. Ma anche di birra e di «black balsam», il tradizionale liquore alle erbe. Se qualcuno vi dice che assomiglia al nocino, non credeteci.

La fase finale del torneo si svolgerà interamente a Tampere. Con la Finlandia fuori dai giochi, sarà probabilmente ancora la Lettonia ad avere il tifo più caldo. È facile prevedere uno spostamento in massa dall’altra parte del Baltico. Tanto valeva restare qui. Siamo un po’ invidiosi, dell’impresa lettone. Ci ha ricordato di quando la nostra Nazionale era capace di exploit inaspettati. E dire che siamo stati proprio noi a tenere in vita la squadra di Vitolins nell’ultima giornata del girone. Più che invidiosi, però, siamo felici per loro. Per quei 9.000 tifosi che giovedì hanno trasformato la Arena Riga in una bolgia. Alcuni piangevano. Il tassista che mi accompagna all’aeroporto, però, è un lettone atipico. «I’m from Lugano, Elvis Merzlikins». Non mi ha capito.