Dopodomani

Uccelli spia nei cieli USA

La rubrica di Patrizia Pesenti
© KEYSTONE (EPA/JAVIER BELVER)
Patrizia Pesenti
Patrizia Pesenti
11.02.2022 06:00

«Birds are not real» - tutti i volatili sarebbero droni messi in circolazione dal Governo americano per controllare i cittadini. Tutti, dai passeri ai gabbiani, soprattutto i piccioni. Nelle grandi città americane centinaia di migliaia di giovani, della generazione Z, nati e cresciuti con Internet, scandiscono questo slogan. Organizzano manifestazioni in piazza, portano T-shirt con la scritta «Birds aren’t real» - e si divertono un sacco.

I loro canali su YouTube (youtube.com/c/birdsarentreal) e Instagram spopolano, le magliette vanno a ruba. Ma le pagine più divertenti sono su TikTok, risate assicurate. Video di piccioni appollaiati sui fili della elettricità con scritto sotto «è un drone, sta ricaricando le batterie», oppure l’intervista con un ex agente della CIA (finto) che spiega seriamente come già dai tempi di JFK la CIA abbia cominciato ad eliminare gli uccelli e sostituirli con dei droni. E via di questo passo. Fa parte della parodia sostenere seriamente e in modo convinto la tesi che il Governo avrebbe sostituito gli uccelli con droni-spia.

Finalmente una ventata di aria fresca! Così bello siano i più giovani, cresciuti a mollo nelle cosiddette bolle informative di YouTube, ritenuti a torto incapaci di districarsi tra informazioni false e tesi cospirative, a dare avvio a un gigantesco scherzo. Non vi è modo migliore della risata, dell’ironia per mettere uno specchio davanti ai seguaci delle varie cospirazioni, soprattutto quando il dialogo, il ragionamento sembra fallire.

Il movimento è stato avviato da un giovane, Peter McIndoe, cresciuto a Memphis in una bolla di disinformazione con genitori convinti che il mondo «fuori» fosse infestato da esseri più o meno maligni e da autorità malintenzionate. Lui afferma (The Daily NYT, 9.2.22) di essere stato salvato dall’informazione che ha potuto trovare su Internet, diversa dalle tesi assurde che sentiva in casa. Lo stesso vale per quelli della Generation Z che vedono i propri familiari e conoscenti sostenere tesi assurde, impermeabili a qualsiasi dimostrazione scientifica, refrattari soprattutto al buon senso. Beh, non bisogna andare fino a Memphis - la pandemia ne ha fatto spuntare qualcuno anche tra noi.

Il movimento che si è creato in tante città americane, la «Bird Brigade», non si limita a postare video divertenti o scandire slogan. Si riuniscono negli stessi posti dove gruppi di «cospirazionisti» protestano. Impersonano i teorici dei complotti e lo fanno il più seriamente possibile. Con la stessa parvenza di credibilità i «Birdsarentreal» si intrufolano nelle manifestazioni di vari gruppi. Per esempio di quelli convinti che il mondo sia governato da una cabala di pedofili (i cosiddetti «QAnon») oppure di quelli che sostengono i vaccini siano microspie iniettate sotto pelle - per citarne solo alcuni.

«Combattere la follia con la follia» dicono sia l’unico modo di ritrovare il buon senso andato perso. Da soli certo non sono, certi video su TikTok sono stati visti da più di venti milioni di persone. Anche perché molti clip sono davvero esilaranti. E fanno ridere proprio per l’effetto liberatorio, dissacrante. Perché sì, le teorie dei complottisti - ovunque nel mondo - sono state prese troppo sul serio dalla maggioranza dei cittadini che comunque distinguono perfettamente il logico dall’illogico. Beh, i più giovani non ci stanno e lo fanno divertendosi un sacco. Tanti tentativi di tenere a bada la disinformazione nei social, almeno quella del tipo più dannoso, falliscono nel momento in cui aprono i battenti nuove piattaforme e danno spazio a tesi ancora più sfacciate. Iniziative legislative che si scontrano con il modello di business delle piattaforme. Senza dubbio le assurdità generano più traffico del buon senso. E più traffico vuol dire più entrate pubblicitarie. Questa sì, una logica ferrea.