UE-Ankara, una poltrona per due

L’UE ha bisogno della Turchia, in particolar modo per il suo ruolo di freno ai flussi migratori diretti verso l’Europa, così come Ankara ha bisogno del Club dei 27 per dare ossigeno a un’economia in crisi profonda, attraverso il rafforzamento degli scambi commerciali. Buoni rapporti con il presidente turco Erdogan, per l’UE significa anche un allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale dove, tra Turchia da una parte e Cipro e Grecia dall’altra, vi sono divergenze sull’estensione delle rispettive acque territoriali. Ecco perché martedì il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si sono recati in Turchia per cercare di appianare i contrasti esistenti con Ankara su diverse questioni, a cominciare dal rispetto dei diritti umani e dal recente ritiro turco dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.
Trattare con un presidente che negli ultimi anni ha fatto di tutto per accentrare il potere nelle sue mani e per mettere a tacere le voci dell’opposizione non è un compito facile. Per questo Bruxelles ha mosso due pezzi da novanta, il presidente del Consiglio e quello della Commissione, per la delicata operazione. Ma nell’incontro ad Ankara oltre al linguaggio della diplomazia è andato in onda anche uno squallido messaggio di discriminazione delle donne da parte del presidente turco. Nella sala del ricevimento, accanto alla sedia di Erdogan, ve n’era una sola, riservata a Charles Michel.
Al momento di sedersi il presidente del Consiglio si accomoda, lasciando la von der Leyen in piedi da sola. Come si vede nel video circolato ieri, la presidente della Commissione dopo aver pronunciato un «hum» di sorpresa, si accomoda su un divano più distante, in faccia al ministro degli Esteri turco. Questione di gerarchie? Michel è più importante della von der Leyen? Non si direbbe, l’eurodeputata olandese Sophie in ’t Veld ha postato su Twitter una foto del 2015 scattata ad Adalia (Turchia), dove si vede Erdogan seduto accanto a Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, rispettivamente presidenti della Commissione e del Consiglio. Martedì il padre padrone della Turchia ha confermato la scarsa considerazione che ha per le donne. Peggio di lui Charles Michel che ha mostrato indifferenza di fronte allo sgarbo nei confronti della collega.