Un LAC per le eccellenze del Paese

di DIEGO FASOLIS* - Egregio direttore, leggo in questi giorni sul suo giornale diversi interventi sulle difficoltà che la Compagnia Finzi Pasca e il LAC si trovano ad affrontare e sul muro di incomprensione che ne è sorto. La lettera che Daniele vi ha inviato in esclusiva mi ha riempito di tristezza. Quando si è costretti a porre davanti a tutti le proprie credenziali significa che gli altri argomenti non hanno fatto breccia e si è agli sgoccioli della pazienza. Non vi sono dubbi sul fatto che Daniele sia un grande artista di fama internazionale e che abbia creato con la sua Compagnia spettacoli grandiosi ammirati in tutto il mondo. Averlo in residenza a Lugano è un grande onore e dovrebbe essere trattato per la stella planetaria che è. Conosco però troppo bene l'atteggiamento di questo Paese e la recente esperienza con «Il Barbiere di Siviglia», prima opera in scena al LAC che ha riportato il melodramma sul palco dopo decenni di assenza, me lo ha confermato. A fronte di una operazione di ricerca storico-musicologica di interesse primario, un grande risultato di livello mondiale e tripudio di pubblico, un esempio di corale e virtuosa collaborazione, si trovano persone pronte a sparare....con argomenti del tutto fuorvianti e provinciali. Proprio questa esperienza mi ha però permesso di entrare in contatto con i vertici del LAC e toccare con mano la loro professionalità e il loro entusiasmo. In particolare Carmelo Rifici - che, detto per inciso, si è prestato gratuitamente a realizzare la messa in scena come io ho fatto per la parte musicale -, Michel Gagnon e Etienne Raymond sono stati molto accoglienti, collaborativi e amichevoli. Non vi è dubbio che al LAC dovrebbero abitare le eccellenze del Paese. In ordine alfabetico: Barocchisti, Coro RSI, Compagnia Finzi Pasca, Lugano in Scena, Lugano Musica, OSI. Il LAC non ha una sala prove grande e uffici per tutti. La cosa potrebbe non essere un problema. In molte città europee, teatri che si trovano in pieno centro dispongono di uffici e sale prove in altre zone. Mi trovo oggi a Milano alla Scala e ho partecipato per tre settimane a prove sceniche nei padiglioni delle Officine Ansaldo ben lontani dalla sede principale mentre alcuni uffici amministrativi sono in via Torino. Abbiamo avuto le «prove di assieme» di «Finta Giardiniera» di Mozart sul palco fino alle ore 16 per poi allestire «Ernani» di Verdi entro le 19. Con gli accorgimenti e il personale tecnico e la coordinazione necessari è sempre possibile far coesistere spettacoli e concerti diversi nella medesima giornata. Sono certo che per far tornare dal Canada a Lugano Daniele si siano poste prospettive allettanti. Le persone, i tempi e le esigenze cambiano e le aspettative possono essere deluse. Vogliamo perdere Daniele per la sacrosanta richiesta di avere un ufficio e spazi per provare gli spettacoli che portano il nome di Lugano, del Ticino e della Svizzera nel mondo? Esorto tutti a sedersi di nuovo attorno a un tavolo, bandire le antipatie personali, parlarsi con chiarezza per arrivare a soluzioni. Abbiamo finalmente una sede teatrale degna. Bando alle polemiche e facciamone il motore culturale del Paese. Viva il LAC! *Direttore d'orchestra