L'editoriale

Un trionfo che ha una guida ma tanti volti

Mattia Croci-Torti capirà che è possibile percorrere il viaggio più bello della vita senza lasciare casa
Massimo Solari
16.05.2022 06:00

Mattia Croci-Torti se ne accorgerà solo fra qualche giorno. Quando la lucidità, infine, riuscirà a farsi spazio tra le emozioni e i sogni a occhi aperti. Capirà che è possibile percorrere il viaggio più bello ed entusiasmante della vita senza lasciare casa. La vita dedicata anima e cuore al pallone, confessava il «Crus» prima di spalancare la porta principale della storia del calcio svizzero, significa anche tanti sacrifici. E precludersi la conoscenza degli angoli più remoti del mondo, a suo avviso, rientrava fra le maggiori rinunce. A 40 anni, d’altronde, guardarsi allo specchio significa altresì guardarsi dentro. Guardarsi indietro. L’allenatore del Lugano, dicevamo, non si rendeva conto del pellegrinaggio intrapreso. Una tappa alla volta. Prima affiancato da pochi fedelissimi. Poi da una comunità intera, stregata dal nuovo, inatteso condottiero di Cornaredo. L’uomo che in appena nove mesi ha saputo conquistare Berna e, di riflesso, l’Europa. Sì, il clamoroso successo in Coppa ha il sorriso contagioso del tecnico momò. Ma non solo. Perché su di lui, nell’incredulità generale, aveva scommesso la nuova proprietà. Percependo, a dispetto di tanti, troppi timori, quanto fosse importante l’aderenza alla realtà. Al territorio. A fine novembre, ecco quindi il primo raccolto. Misurabile in voti, prosaici d’accordo, e tuttavia cruciali per garantirsi un futuro sereno. Il Polo sportivo e degli eventi, già. La poesia recitata ieri al Wankdorf, lei, affonda invece i suoi versi altrove. Nelle mura scrostate del vecchio stadio, testimone di un ciclo sportivo splendido. Inspiegabile, per certi versi. Un ciclo che ora - e ci scusiamo se rischiamo di guastare un po’ l’euforia - è destinato a chiudersi. Suvvia, ai Maric, Sabbatini, Bottani, Ziegler e Daprelà cosa si può chiedere di più? Il loro sudore sono le nostre lacrime. Il merito che viene premiato con la gloria sportiva, mentre i cuori di generazioni di tifosi sono colmi di orgoglio. La commozione, insomma, è reciproca e ha anche il volto di Renzetti. La cui impronta sul trofeo nazionale è indelebile. Le fondamenta del Lugano che si è concesso un infinito abbraccio con piazza della Riforma sono state gettate proprio da «Angelone». Stoico ed encomiabile, l’ex presidente dodici mesi fa aveva voluto rinnovare a tutti i costi il contratto di Mattia Croci-Torti. Regalandogli un’ultima chance, nonostante fosse a un passo dall’addio. Chiamatela riconoscenza o umanità pazzesca. Riconoscendo, al contempo, la bontà della sua pazza gestione. Il futuro, va da sé, sarà vergato da altri eroi. Alcuni dei quali già passati alla storia, grazie a reti, parate e giocate decisive. Calciatori scovati da chi, nei prossimi anni, ha promesso di tutelare e promuovere il patrimonio bianconero. I primi passi compiuti dagli uomini di Joe Mansueto hanno cancellato qualsivoglia scetticismo. Offrendo al libro del calcio ticinese uno dei capitoli più esaltanti. Sì, della finale contro il San Gallo e della magica notte per le vie della città non scorderemo nulla. Grati, per sempre, ai suoi protagonisti. E al loro condottiero. Caro «Crus», festeggia pure quanto vuoi, insieme a chi ha imparato a fidarsi di te e, addirittura, a volerti bene. Quando la lucidità, infine, riuscirà a trovare spazio tra le emozioni, sarà possibile anche realizzare cosa diavolo hai fatto. Cosa? Regalarti e regalarci uno dei viaggi più belli ed entusiasmanti della vita. Senza lasciare casa. 

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