Una donna nel cuore di papa Wojtyla?

di CARLO SILINI - Chi ama pensar male può bearsi della vicenda di un papa – un santo – di cui a oltre dieci anni dalla morte emerge un affettuosissimo carteggio con una donna sposata. Il papa è Karol Wojtyla, la signora è Anna Teresa Tymieniecka, filosofa americana di origini polacche, scomparsa due anni fa. Storia che lascerà i maliziosi a bocca asciutta vista l'impossibilità di ravvisarvi alcunché di vergognoso, sempre che l'intensa amicizia tra un cardinale (poi papa) con una donna non venga considerata sconveniente a priori. A rivelare la relazione, che non fu solo epistolare – esistono fotografie che li ritraggono insieme in campeggio o in tuta da sci – è il giornalista della BBC Edward Stourton, che sulla vicenda ha imbastito un documentario. Stourton ha messo le mani su 350 lettere conservate nella biblioteca nazionale polacca e scritte tra il 1973 e il 2005, anno della morte di Wojtyla. Nel 1973 Tymieniecka aveva cercato l'allora cardinale Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, per aiutarlo a revisionare uno dei suoi testi filosofici, «Persona e atto». La filosofa aveva lasciato gli Stati Uniti per raggiungerlo in Polonia e discuterne. Da allora la loro relazione non si sarebbe più interrotta. Il documentario mostra che all'inizio le risposte del cardinale sono formali, poi piano piano si fanno più calorose e intime. I due si incontrano spesso, a volte in presenza del segretario a volte da soli. La donna, scrive la BBC, avrebbe mostrato i propri «intensi sentimenti» per Wojtyla che invece avrebbe cercato di dare una direzione più amichevole al rapporto. «Già lo scorso anno cercavo un modo per dare un senso alle parole "ti appartengo" – le scrive il cardinale il 10 settembre 1976 – e finalmente, prima di lasciare la Polonia, l'ho trovato: uno scapolare. Esso rappresenta la dimensione del modo in cui ti accetto e ti sento in ogni tipo di situazione, quando sei vicina, quando sei lontana». Uno scapolare, detto per inciso, è un paramento sacro. L'allora cardinale Wojtyla donò il suo alla Tymieniecka. Sempre nel 1976 il futuro santo scrive: «Mia cara Teresa, ho ricevuto tutte e tre le tue lettere. Mi scrivi di sentirti "a pezzi" ma io non so rispondere alle tue parole». Poi, da Papa: «Ti manderò una lettera in modo che la nostra corrispondenza possa continuare». Il carteggio è dimezzato perché non conosciamo le lettere della Tymieniecka. Stourton comunque conclude che «sono stati più che amici, ma meno che amanti». Difficile stabilire che cosa ci fosse davvero tra il cardinale e la filosofa. Wojtyla non sembra dar corda a qualcosa di diverso da una profonda intesa emotiva e intellettuale. Nel 1995, da Papa, aveva indirizzato una lettera ai preti intitolata «Il sacerdote e la donna» nella quale spiegava che «quelle di madre e di sorella sono le due fondamentali dimensioni del rapporto tra donna e sacerdote. (...) Ogni prete ha dunque la grande responsabilità di sviluppare in sé un autentico atteggiamento di fratello nei riguardi della donna, un atteggiamento che non ammette ambiguità». Col senno di poi c'è da chiedersi se quelle parole non fossero in piccolissima parte indirizzate anche alla Tymieniecka. Trattare le donne come sorelle o madri non significa comportarsi con loro con distacco. Nella visione di Wojtyla i sentimenti caratterizzano un sano rapporto tra preti e donne. Ma in questo caso pare verosimile ipotizzare un attaccamento che non era né fraterno né filiale. Qualcosa da cui non era estranea l'attrazione per l'altro/a. È però fuorviante attribuire questa situazione alla questione del celibato obbligatorio dei preti (ergo anche del Papa). Sarebbe come sostenere che in una coppia la colpa delle scappatelle o delle «distrazioni» ricade sulla promessa di fedeltà. Ogni scelta di vita radicale, dal sacerdozio al matrimonio, comporta rinunce. Ha senso solo se è libera e «leggera», se è stata assunta con gioia e/o serenità. Se viene percepita come una strada eroica, allora è meglio non farsi preti o non sposarsi. Nel caso di Karol e Anna Teresa è lecito pensare che nessun voto sia stato violato. Certo, la loro relazione non sembra solo fraterna. Probabilmente i due si trovavano in una zona imprecisa a cui la geografia sentimentale fatica a trovare una collocazione. Forse era amore platonico, forse vivevano un'amicizia amorosa. Come molte persone che scoprono di sentire una profonda affinità con qualcuno che non possono o non vogliono avere. C'è da scandalizzarsene? E perché mai? È una gran bella storia quella del cardinale che diventa papa portando nel cuore il nome di una donna sposata che lo ricambia con gli stessi sentimenti (e viceversa) senza tradire nessuno. Soprattutto se stessi. La verità, è il caso di dirlo, oggi la sa solo Dio. E un vecchio scapolare che non parlerà mai.