Commento

Una partita a quattro nelle urne italiane

Originariamente previste come uno scontro tra due coalizioni, una di centrodestra e l’altra di centrosinistra, le votazioni per il rinnovo del Parlamento, in programma in Italia il prossimo 25 settembre, si stanno delineando come una partita a quattro
Robi Ronza
Robi Ronza
17.08.2022 06:00

Originariamente previste come uno scontro tra due coalizioni, una di centrodestra e l’altra di centrosinistra, le votazioni per il rinnovo del Parlamento, in programma in Italia il prossimo 25 settembre, si stanno delineando come una partita a quattro. Il fatto nuovo di maggior rilievo è l’alleanza tra Italia Viva di Matteo Renzi e di Azione di Carlo Calenda, che si definisce «Terzo Polo», per la quale attualmente si schiera circa il 7 per cento degli elettori, ma che potenzialmente potrebbe raccogliere fino circa il 15 per cento dei consensi. Obiettivo del «Terzo polo», che si definisce di centro, è quello di togliere voti al centrodestra rendendo la sua prevista vittoria meno assoluta, per poi negoziare con esso un’alleanza di governo. Si presentano poi da soli il Movimento 5 Stelle e rispettivamente Luigi Di Maio che, dopo aver rotto con il Movimento 5 Stelle, ha dato vita con Bruno Tabacci al partito Impegno Civico. I sondaggi continuano finora a dare comunque vincente il centrodestra con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni al 24,2 per cento e la Lega attorno al 14 per cento, mentre il Pd è il secondo partito per numero di consensi con il 22,3 per cento. La coalizione di centrodestra si presenta con un programma comune in 15 punti reperibile su Internet. I punti chiave sono: presidenzialismo, ossia elezione popolare diretta del presidente della Repubblica, e ampliamento delle autonomie regionali, infrastrutture, sostegno della natalità e della famiglia, rilancio dell’economia nazionale, lotta all’immigrazione illegale, riorganizzazione della scuola. Il centrosinistra non ha finora un vero e proprio programma comune, ma comunque indica come suoi grandi obiettivi l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e i cosiddetti «nuovi diritti». Sono però noti alcuni punti specifici che il Pd vorrebbe inserirvi: salario minimo obbligatorio per le professioni che oggi non prevedono accordi collettivi, parità salariale tra uomini e donne, taglio alle tasse sul lavoro per dare un mese di stipendio in più ai lavoratori, contributo da 2.000 euro l’anno per studenti e lavoratori di età inferiore a 35 anni, cittadinanza italiana a chi è figlio di genitori stranieri stabiliti in Italia e ha completato un ciclo di studi in Italia, introduzione del matrimonio egualitario (ovvero tra persone dello stesso sesso), costruzione di 500 mila alloggi popolari nei prossimi 10 anni, scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita, creazione di 470 mila posti di «lavoro verde» in 10 anni, facilitazioni per le imprese che vorranno installare pannelli solari nei propri stabilimenti e abbattimento dei costi della bolletta energetica, aumento degli stipendi per tutti gli insegnanti. In quanto alla forma dello Stato il Pd è fermamente schierato contro il presidenzialismo. Preferisce che il presidente della Repubblica continui, come oggi accade, ad essere eletto dal Parlamento e dai delegati regionali. Il «Terzo polo», per parte sua, indica sbrigativamente come proprio programma l’agenda Draghi, ossia ciò che Draghi si era impegnato a fare. I 5 Stelle - che puntano in particolare su giovani, donne, lavoratori sottopagati, lavoratori autonomi, personale sanitario, insegnanti - propongono tra l’altro il voto ai sedicenni, l’insegnamento dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, la creazione di una «scuola dei mestieri» per valorizzare e recuperare la tradizione dell’artigianato italiano, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il matrimonio tra omosessuali, la legge contro l’omotransfobia e ribadiscono il loro no a nuove trivellazioni e a nuovi impianti di incenerimento di rifiuti. Insieme per il Futuro, il nuovo partito fondato da Lugi Di Maio, alleatosi con il Pd, spera di superare la soglia di sbarramento del 3 per cento con un «progetto di civismo che vede partecipi prevalentemente sindaci e amministratori locali, insieme alle associazioni su territorio, primo baluardo del nostro Paese e portavoce dei concittadini». Tra queste proposte dovranno scegliere gli italiani il prossimo 25 settembre.