Vita da pescecani

IL TOC TOC di PARIDE PELLI
Paride Pelli
17.10.2016 06:00

di PARIDE PELLI - «Va acciuffato, va abbattuto»: non è una delle dichiarazioni bellicose di «The Donald» e non parliamo, stavolta, né di lupi né di orsi che si aggirano minacciosi in Leventina. Peggio. Molto peggio. A tenere banco, oggi, è il mostro del lago. Del Ceresio non di Lochness, il che, da un certo punto di vista, fa persino più chic. E noi che – poveri ingenui – pensavamo di aver chiuso il capitolo degli orrori ittici con il temutissimo (digestivamente parlando) sushi della scorsa settimana. Non sapevamo ancora – beata ignoranza – della minaccia che si nascondeva sotto le acque placide (oltre che inquinate e puzzolenti) davanti a Lugano: ci avessero avvisati prima, non ci saremmo tuffati in cerca di refrigerio durante l'estate. Non avremmo noleggiato un pedalò quella romantica serata di agosto. E non ci sarebbe passato neppure per la testa di «pociare» i piedi stanchi ammollo. Forse a malapena, con estrema cautela, ci saremmo fatti un selfie a bordo riva: chissà che, a guardarlo oggi, in un angolo dello scatto, tra le onde alle nostre spalle, non appaia il terribile e ormai celebre muso del siluro... Queste condotte suonano ora imprudenti e dissennate. Perché lì sotto, a osservarci, famelico, c'era un bestione che si nutre di tutto. Un esemplare impressionante, di settanta chili. In un lago così piccolo, equivale ad uno squalo tigre nell'Oceano Indiano. In rete gira già un filmato: non lo ha realizzato Spielberg – che starà già pensando a un sequel made in Sottoceneri del suo infinito «Squalo» – ma un sub che col suo ardire si è guadagnato il soprannome di «Braveheart cuore impavido». Il mostro del lago si sarebbe spinto – condizionale d'obbligo – fino a divorare un cane che stava zampettando felice, ignaro dell'imminente fine, vicino a dei canneti. La scomparsa del quadrupede – mica un Chihuahua ma un ben più prestante barboncino – pare riconducibile al siluro. Se mai gli inquirenti dovessero chinarsi sul caso, chissà che sul «luogo del delitto» non trovino indizi riconducibili alla vittima: una mantellina (firmata, of course), una molletta rosa stile Paris Hilton o addirittura un collare tempestato di diamanti. Avremmo la prova che il mostro del lago non è un semplice siluro: è un pescecane amante del lusso.

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