Pensieri di libertà

Destra e sinistra

Essere critici con le misure anti-pandemia non significa stare a destra
Francesca Rigotti
Francesca Rigotti
17.11.2022 06:00

«Sono nato in una famiglia, la sinistra - diceva di sé lo scrittore francese premio Nobel Albert Camus -, nella quale morirò». Ho sempre pensato di me la stessa cosa, convinta che la partizione destra-sinistra abbia ancora senso, anche se molti lo negano. In particolare essere di sinistra significa stare dalla parte degli sfruttati e degli svantaggiati e battersi per la giustizia sociale ed economica, nel rispetto, ritengo, dei valori di libertà e eguaglianza nonché dei diritti umani, dell’umanità intera, non soltanto dei cittadini di uno Stato nazionale.

Ultimamente però questa visione, chiamatela utopia, sogno o ideologia, è offuscata da pesanti accuse sorte dalla crisi pandemica e dalle opinioni e dai comportamenti correlati. È infatti nata e si va diffondendo una vulgata che sostiene che essere critici delle misure antipandemiche equivale a essere no-vax, negazionisti, amici di Trump e Bolsonaro etc., comunque «di destra», parificati con infamia a quei personaggi mascherati da bisonti che assaltarono il Campidoglio a Washington nel gennaio 2021. Chiunque si ribelli a imposizioni paternaliste che non tengono conto dei criteri di adeguatezza, proporzionalità e necessità sarebbe «di destra». Anch’io? La vulgata non tiene conto delle profonde differenze tra chi sostiene tesi deliranti sulla produzione dei vaccini o sull’origine del virus e chi critica, come faccio instancabilmente dal marzo del 2020, le modalità delle misure antipandemiche. Chi alza un dito per opporsi - ma il pensiero critico, la teoria critica, non erano prerogative della sinistra? Non è la destra che obbedisce, crede e combatte e protegge i «suoi» e non i diritti universali? -, chi alza un timido dito, dicevo, viene accusato di essere «di destra». Ma stiamo scherzando? È come dire che chi critica il governo israeliano quando intraprende attività illegittime e sopraffattorie nei confronti dei palestinesi è «antisemita». Ma come vi permettete? Anche questa è una vulgata diffusa e dura a morire e che chiude la bocca a ogni critica.

Riprendo i criteri, che non sono né di destra né di sinistra, cui attenersi per stabilire la correttezza delle misure antipandemiche: esse devono essere adeguate, proporzionali nonché necessarie. La critica nei loro confronti deve poter essere esercitata, in uno Stato democratico, anche in regime di emergenza. È prassi autoritaria e dispotica, rovescio le accuse, chiudere la bocca ai critici e accusarli di essere «di destra» perché chiedono ragione di determinate misure che di misurato (adeguato, proporzionale, necessario) poco hanno.

Sono nata, ripeto, nella sinistra e nella sinistra morirò, alla faccia di chi me lo vuole negare, e sarà la mia sinistra, egualitaria, giusta e libera e rispettosa dei diritti umani universali.