Direttori lavori: dieci anni, una riforma è necessaria

Il 1º giugno 2023, nel corso della decima assemblea generale ordinaria dell’OSDsi (Organizzazione Svizzera Direzione Lavori sezione Svizzera italiana), è stata approvata un’importante modifica statutaria che sostiene e promuove il libero esercizio della professione di direttore lavori.
La direzione lavori intesa come “ufficio o prestazione” e il direttore lavori inteso come “soggetto”, non sono (sempre) la stessa cosa. Il direttore lavori, preso come soggetto individuale, deve possedere qualità umane, conoscenze tecniche, giuridiche, economiche, pratiche, ecc.
Il direttore lavori vive la professione in un praticantato costante e deve saper prendere decisioni importanti immediatamente. Il fattore tempo, ad esempio nella sicurezza, è determinante. Il direttore lavori è investito di grandi responsabilità: non può sottrarsi dall’obbligo di intervenire in cantiere, deve possedere libertà di agire professionalmente in maniera autodeterminata e soprattutto indipendentemente da interferenze esterne (cfr. art. 229 del Codice penale).
In Ticino, l’esistenza di canali aperti con la politica in ambito tecnico, ha prodotto un’irragionevole cristallizzazione delle associazioni beneficiarie di questi collegamenti e nel tempo si è consolidato un limite nel grado di rappresentanza. OSDsi, ad esempio, non è stata ammessa nella CAT (Conferenza delle Associazioni Tecniche del Cantone Ticino). Il rifiuto delle richieste di ammissione, fu un vulnus al principio di libertà di associazione? L’argomento andrebbe approfondito dall’attuale comitato OSDsi e se del caso (ri)discusso nelle sedi appropriate perché è evidente che, l’adesione di OSD Svizzera nella SIA come associazione di specialisti, non favorisce direttamente la nostra sezione in Ticino, anzi.
L’art. 72 CC, che fornisce all’associazione (in generale) il diritto insindacabile all’ammissione, è stato ridimensionato in una sentenza del tribunale federale (5C.64/2006 del 3 luglio 2006) specie quando l'associazione in questione si presenta al pubblico, alle autorità o ai potenziali clienti dei suoi membri come un'organizzazione autorevole, come la CAT appunto. Crediamo che, questo fenomeno elitario, vada esaminato attentamente perché, secondo noi, limita il valore del pluralismo, in particolare la libertà di scelta associativa e forse anche formativa.
Oggettivamente, e qui occorre rivolgersi alla politica, in questo ambito una riforma è necessaria in Ticino. Si nota un’evidente diminuzione di allievi ticinesi che frequentano le SSST nell’ambito dell’edilizia e genio civile; l’attrazione, nell’ambito di queste formazioni è in netto ribasso probabilmente anche a causa di un CCL Ingegneri, Architetti e Professioni affini, che non valorizza, a livello salariale, la formazione del terziario B che richiede 3 anni di studio ed il superamento di un esame severo, dopo l’ottenimento dell’AFC (attestato federale di capacità). Il valore della formazione professionale superiore a livello terziario B, subisce in Ticino, nell’ambito edile, una chiara e incomprensibile diminutio. Eppure la formazione professionale mira a trasmettere le qualifiche e le competenze necessarie “per assumere funzioni specialistiche e dirigenziali” (cfr. DFE). Inoltre la SEFRI (LFCo art. 3) sostiene le persone che proseguono la propria formazione professionale, ma di pari passo poi andrebbero valorizzati titoli conseguiti (ad esempio il CAS) che è di livello terziario A e non (solo) una sorta di aggiornamento postformazione. Le associazioni, escluse da un contatto diretto (condiviso) con il Consiglio di Stato, perché piccole o molto specialistiche come la nostra, non possono che esprimere il proprio disagio in un mondo, quello delle costruzioni, molto settoriale che necessita di maggior rappresentanza, soprattutto in questo periodo rivoluzionario nell’ambito della progettazione (BIM) e realizzazione delle opere edili e del genio civile
L'opinione di Massimo Perosa e Vito Petrillo, direttori lavori OSD, già presidenti e membri fondatori ADL e OSDsi