La posta di carlo silini

E mi raccomando, non date pane secco ad anatre e cigni

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Carlo Silini
24.09.2021 06:00

Da tre anni che osservo tristemente i volatili acquatici: le anitre, le folaghe, i cigni che cercano disperatamente il cibo naturale di cui necessitano: lo cercano nell’erba del prato e ci rincorrono per farsi nutrire con cibi dell’uomo che loro non amano, ma che sono ridotti a mangiare. Ho anche chiamato Bellinzona cercando aiuto per la questione. Se si trattasse di nutrimento per l’uomo si sarebbe corsi subito ai ripari. L’uomo è abbastanza avveduto, quando vuole. E quando lo si vuole davvero, le leggi vengono cambiate molto rapidamente. Si tratta di indifferenza. Vorrei dire lo stesso per i cormorani che mangiano avidamente tutti i pesci: né questi, né il pesce siluro sono specie autoctone. non abbiamo bisogno di ospitarli. non sono i nostri rifugiati... Forse vi sembra crudele, ma il nostro habitat è veramente mutato e con il cambiamento di clima, lo sarà ancora maggiormente. Bisognerebbe essere più attenti a ciò che sta succedendo, e prendere decisioni di conseguenza. Se amiamo la nostra fauna, come scriveva la famosa scienziata Rachel Carson, ci attende una «Primavera silenziosa» triste, ma soprattutto senza vita.

Rosemary Moritt-Muller, Magliaso

La risposta

Cara Rosemary Moritt-Muller, un paio d’anni fa i Dipartimenti del territorio e quello della sanità e socialità avevano emanato una nota in cui intimavano ai cittadini di non nutrire gli animali selvatici durante l’inverno. Nella stagione fredda, infatti, questi animali riducono metabolismo e ritmo cardiaco e, nei ruminanti, cala il volume dello stomaco. Perciò, se offriamo pane secco o altre cibarie il loro corpo entra in modalità primavera/estate anche se siamo in inverno. Aggiungo che esiste un’Ordinanza sulle epizoozie che vieta di offrire alle bestiole cibo derivante da scarti di cucina. Documentandomi per risponderle senza fare la figura dell’ignorante (in materia di ornitologia lo sono) ho poi scoperto che uno dei passatempi preferiti di quando ero bambino, ovvero dare pane secco ad anatre e cigni, può generale la cosiddetta «ala d’angelo». È una deformazione che fa sì che una o entrambe le ali, si pieghi in modo innaturale verso l’esterno invece di rimanere distesa lungo il corpo. A causa dell’ala d’angelo gli uccelli non riescono a volare. Mi sono sentito tardivamente colpevole. Costernato, mi limito quindi a riferire le indicazioni degli esperti, secondo i quali dobbiamo evitare di dar da mangiare agli uccelli pane bianco, popcorn, cracker. Possiamo ripiegare su orzo, frumento, avena ma anche cavolo, bietola, lattuga e cereali in genere (mica facile essere animalisti). La sua lettera mi fa riflettere sul fatto che abbiamo un rapporto strano con gli animali e senza volerlo li antropizziamo. Loro si abituano a noi e siccome siamo una razza poco raccomandabile, non sempre è una bella cosa: entrano nei nuclei abitati e si espongono a pericoli gravi come strade trafficate o recinzioni pericolose. Non ho consigli sull’invasione delle specie straniere, ma non vorrei girarla in politica. Mica possiamo cacciarle perché non hanno il passaporto!